
Sulla classica distanza dei 21,097 chilometri della “half marathon”, fra gli appuntamenti più importanti dell’atletica italiana, da decenni si esibiscono i massimi campioni del fondismo mondiale. Lungo il percorso milanese, tra l’altro uno dei più veloci al mondo, si ritroveranno alcuni tra i migliori runner, in compagnia degli oltre cinquemila concorrenti. Il tracciato, totalmente pianeggiante e con pochissime curve, parte dal Castello Sforzesco, gira intorno al centro cittadino seguendo la circonvallazione, sfiora le porte che han reso famosa e degna da ricordare la Milano del XIX secolo e che costellavano i bastioni, dove saranno collocati anche i tre punti di spugnaggio e i quattro punti di ristoro. Arrivati all’Arco della Pace e al traguardo dell’Arena Civica, si riscoprirà che la gara non è solo un grande avvenimento sportivo ma soprattutto un momento altamente spettacolare. Infatti l’arrivo degli atleti sarà salutato dagli applausi delle migliaia di appassionati che li avranno preceduti al traguardo, avendo partecipato alla Stramilano dei 50.000 e alla Stramilanina. L’albo d’oro della Stramilano Star, dal 2004 diventata Stramilano Agonistica Internazionale, rappresenta un vero e proprio pezzo di storia dell’atletica mondiale; è un susseguirsi di nomi di livello mondiale assoluto, ed è giusto ricordare i vincitori italiani quali Fava, Cova, Bordin e Berradi, oltre ai titolati fuoriclasse africani. Il primo record mondiale venne realizzato nel 1993 da Moses Tanui con uno straordinario 59’47”. Tempone che resistette fino al 1998, quando il mitico keniano Paul Tergat, fermò i cronometri sul tempo di 59’17”, rimasto, a lungo, primato assoluto della mezza maratona, e che ancora oggi resiste come record della Stramilano Agonistica. Nel 2002 l’exploit del palermitano di origine marocchina, Rachid Barradi con il tempo 1h00’20”, ha stabilito il primato italiano. L’unica edizione della Stramilano Agonistica disputata come maratona è quella del 1985, vinta dalla squadra portoghese in quanto disputata a staffetta per squadre nazionali.

Quattro grandi firme del giornalismo sportivo italiano hanno affascinato e coinvolto 50 studenti lombardi che, il 24 marzo 2011, nella sede dell’Ufficio Scolastico Regionale di via Ripamonti a Milano, hanno partecipato al progetto ‘Comunicare lo Sport’. Il progetto, promosso dall’ufficio Coordinamento Attività Motorie e Sportive dell’USR con il sostegno della Regione Lombardia, ha l’obiettivo di coinvolgere attivamente alcuni alunni della scuola secondaria superiore che, in veste di ‘giornalisti’ o ‘fotografi’, dopo questa giornata di formazione, seguiranno sul campo le finali regionali lombarde dei Giochi Sportivi Studenteschi delle diverse discipline sportive. Elio Trifari, firma storica de La Gazzetta dello Sport di cui per molti anni è stati vicedirettore, oggi direttore della Fondazione Candido Cannavò, Fabio Monti inviato del Corriere della Sera, Fausto Narducci capo redattore de La Gazzetta dello Sport e Giancarlo Colombo fotografo sportivo cresciuto professionalmente nelle Fotocronache Olympia, divenute poi Omega, di Vito Liverani, che da molti anni insegue con i suoi obiettivi gli atleti nei più importanti eventi sportivi internazionali, introdotti dal direttore scolastico regionale Giuseppe Colosio e da Maria Stella Contri dirigente dell’ufficio Sport e Giovani della Regione Lombardia, hanno condotto gli attenti ragazzi in un viaggio attraverso la storia e le evoluzioni legate all’utilizzo delle nuove tecnologie nella stampa sportiva. “La vera rivoluzione editoriale ha soltanto 25-30 anni” ha sottolineato Trifari che ha anche regalato ‘chicche’ spiegando la definizione di ‘fuori sacco’ o raccontando che Dino Buzzati iniziò come dimafonista mentre Monti ha riportato le frasi di Gino Palumbo, geniale direttore della rosea dal 1976 al 1983 che evidenziano quanto il giornalismo sportivo sia sempre vincente, tesi confermata dall’utilizzo frequente del gergo sportivo per rendere chiari alcuni concetti. E poi, con Narducci, un tuffo nel mondo degli inviati alle Olimpiadi: una vita dura in cui duttilità e ‘faccia tosta’ sono doti indispensabili, in cui le medaglie ‘a sorpresa’ o la qualità dell’organizzazione dell’evento possono tirare qualche brutto scherzo anche alle testate più organizzate. Impegno, passione e competenza, sottolinea Colombo, sono anche i segni distintivi del fotografo professionista che, dalle corse in aeroporto con la speranza di far arrivare in redazione i propri rullini, è oggi avvantaggiato dai nuovi sistemi digitali ma che deve sempre stare in guardia, capire e concentrarsi sull’immagine che vuole catturare: “quando Stefano Baldini vinse le Olimpiadi nella maratona ad Atene 2004 – confessa Colombo – voleva abbracciarmi ma ero talmente concentrato che ho messo il fotografo davanti all’amico!” (all’iniziativa hanno partecipato gli studenti delle seguenti scuole: Itsos Albe Steiner Milano, Liceo Scientifico Vittorini Milano, Liceo Classico Beccaria Milano, Liceo Scientifico Gandini Lodi, Liceo Sportivo Sant’Elia Cantù, IM Anguissola Cremona, Liceo Leonardo Brescia, Liceo Classico Manzoni Lecco, ITC Colico, Liceo Linguistico Greppi Monticello Brianza)





