Venerdì 14 marzo sul campo olimpico di Eton la “THE SCULLERY REGATTA”
L'ISIS E. STEIN di Gavirate, istituto di rilevante impegno anche nel rapporto scuola-sport per i propri studenti, aveva organizzato la partecipazione di alcuni equipaggi, maschili e femminili (presentati lo scorso 21 febbraio) alla importante regata studentesca del 13 marzo a Londra, sul Tamigi. In programma un otto (maschile) ed un quattro (femminile) di giovani atleti con le insegne dello stesso istituto e allenati alla Canottieri Gavirate durante l’anno, un otto studentesco preparato dalla Canottieri Monate ed un quattro dalla Canottieri Luino. Malauguratamente, per le avverse condizioni meteo registrate nei giorni scorsi, gli organizzatori britannici per ragioni di sicurezza hanno spostato la “Schools Head of te River Race” al 26 marzo, situazione che ha creato non pochi problemi dato che il gruppo aveva organizzato il trasferimento con voli low cost e la variazione avrebbe comportato sensibili oneri. Mentre il gruppo di Luino, dato il contenuto numero di partecipanti, è riuscito a modificare il proprio viaggio in rapporto alla nuova data, il gruppo maggiore ha ottenuto la possibilità, senza così perdere il motivo principale del viaggio, di una soluzione agonistica il 14 marzo sul bacino olimpico di Eton Dorney, alla “THE SCULLERY REGATTA”. Non è da meravigliarsi che nel giro di solo due giorni in Inghilterra si svolgessero due competizioni per il settore studentesco, data la grande diffusione del canottaggio e che trova le sue basi proprio nel mondo della scuola. La presidenza dell'Istituto E. Stein, grazie alla collaborazione ed amicizia tra tecnici italiani e britannici, è così riuscita a salvaguardare il programma originale del viaggio, che comprende oltre alla partecipazione alle gare, anche un corposo progetto culturale, con visita a Londra e Canterbury. Ed a Canterbury, ospiti della prestigiosa The King's School, dalle lontane origini medioevali, che vanta anche una importante scuola di canottaggio, gli studenti gaviratesi avranno l'opportunità di prepararsi all'evento allenandosi assieme ai coetanei britannici. Una regata molto interessante anche nella formula (due percorsi da 1800 m., con sommatoria dei tempi). All'edizione 2013 furono in gara oltre 2400 partecipanti di 90 scuole e club, con 259 “quattro” classificati e 114 “otto”. Nel nuovo programma la partecipazione varesina sarà convertita tutta sui “quattro” e quindi in gara troveremo due “quattro” maschili ed uno femminile iscritti come I.S.I.S. E. Stein e due “quattro” maschili come Canottieri Monate. Partenza per Londra da Malpensa il mattino del 12 marzo, rientro al pomeriggio del 15 marzo.
La modifica parziale del programma al di là della apprensioni originali tutto sommato ha messo in luce le qualità organizzative della istituzione gaviratese, della canottieri Monate e di uno degli sponsor Hotel Mariuccia che sono riusciti a superare in maniera positiva una situazione apparentemente difficile, dimostrando il valore dell'amicizia e della collaborazione nel mondo del canottaggio tra Italia e Gran Bretagna. E oltre a tutto la partecipazione degli studenti ad una competizione di nuova formula potrebbe rappresentare anche motivi di considerazione e valutazione da parte della Direzione tecnica dello stesso Comitato FIC Lombardia..
In conclusione, un sincero grazie a Renato Gaeta e Gianpaolo Maretti ( Canottieri Monate), Giulio Sala ( Idroscalo Club) Ilenia Novello (Hotel Mariuccia) e Joas Binda ( Dibi).
Link della manifestazione:
www.thescullery.org.uk
Festa era stata prevista, è festa è stata alla piscina Samuele di via Trani, dove si è tenuta da venerdì a domenica la quarta edizione del Trofeo Città di Milano, organizzato dalla Nuotatori Milanesi. Gestione esemplare dell’evento da parte di Roberto Del Bianco e di tutti i suoi collaboratori, che hanno permesso agli spettatori di godersi una tre giorni di nuoto di altissimo livello. Pubblico variegato di tutte le età: dai giovanissimi, venuti a festeggiare Federica Pellegrini, fino agli adulti, attratti ed incuriositi da una manifestazione di grande importanza nel panorama sportivo italiano. Agenda fittissima durante i tre giorni delle gare che non ha dato un attimo di tregua né agli spettatori, né ai commissari tecnici Butini e Bolognani, venuti a visionare lo stato di forma degli azzurri, sia “grandi” che juniores. All’evento non ha voluto mancare il Comitato Regionale del CONI Lombardia, presente all’evento con il Presidente Pier Luigi Marzorati, che ha premiato la Pellegrini dopo la vittoria dei 200 dorso femminili nella giornata di venerdì.
In vasca non sono state deluse le attese della vigilia e i “big” hanno tutti recitato la loro parte da protagonisti. Già nella prima giornata si è potuto assistere a delle gare combattute e di grande intensità, pur essendo gli atleti ancora lontani dai loro tempi migliori, dato che il Trofeo costituiva una tappa di avvicinamento agli Assoluti di Riccione, dove sarà importante il cronometro per qualificarsi ai Campionati Europei di Berlino. Spettacolare la gara dei 200 metri stile libero femminili che hanno visto imporsi la francese Camille Muffat, argento olimpico a Londra in questa distanza e oro nei 400 stile libero, col tempo di 1’58’’27; la bella transalpina ha avuto ragione su due giovanissime italiane: Alice Mizzau e Martina De Memme, giunte rispettivamente seconda e terza. In campo maschile i 200 hanno celebrato la vittoria di Filippo Magnini (1’49’’64) sul russo Polishuck e su Gianluca Maglia. L’atleta pesarese nel dopogara si è detto molto soddisfatto del suo tempo e ha ringraziato sentitamente il pubblico milanese per la spinta che gli hanno dato. L’appuntamento che tutti i tifosi presenti alla piscina Samuele aspettavano era la finale dei 200 dorso femminile, dove gareggiava Federica Pellegrini. La nuotatrice simbolo del nuoto italiano ha vinto la sua gara fermando il cronometro a 2’09’’56, mettendosi dietro la Zofkova e la Esposito. Federica in seguito ha elogiato il pubblico, sottolineando il forte legame che ha con Milano, amplificato dalla sua grande passione per il mondo della moda. Bellissima anche la gara dei 1500 stile libero che ha visto trionfare l’ungherese Gergo Kis sui giovani azzurri Gregorio Paltrinieri e Gabriele Detti. Le altre medaglie assegnate nella giornata di venerdì sono andate a: Stefania Pirozzi (200 farfalla), Matteo Pelizzari (200 farfalla), Damiano Lestingi (200 dorso), Francesca Fangio (200 rana), Luca Pizzini (200 rana) e Martina Caramignoli (800 stile libero). Infine hanno gareggiato le atlete della FINP nei 100 rana, così come gli uomini che hanno gareggiato sabato nei 100 stile libero.
La giornata di sabato ha visto molti atleti bissare il trionfo della giornata precedente: Filippo Magnini nei 100 stile libero, Federica Pellegrini nei 100 dorso e Gergo Kis nei 400 stile libero. Altri tre grandi protagonisti sono stati Federico Turrini, oro nei 200 e nei 400 misti, Andrea Toniato, oro nei 50 e nei 100 rana, e Andrei Govorov, vincitore nei 50 farfalla e nei 50 stile libero. L’ucraino, dopo le due vittorie, ha voluto lanciare un messaggio di pace per la sua nazione, presentandosi sul palco della premiazione con la bandiera Ucraina con la scritta “Peace”. La scena della manifestazione è stata presa però da due atlete che sono riuscite ad affermarsi in ben tre discipline, festeggiando ampiamente la Festa delle donne: Camille Muffat e Stefania Pirozzi. La campionessa francese ha aggiunto ai 200 stile libero del giorno precedente le vittorie nei 100 e nei 400 stile, mentre l’azzurra, classe 1993, ha dominato nei 200 e nei 400 misti, dopo aver vinto anche i 200 farfalla. Il prosieguo della giornata ha portato le vittorie di: Elena Gemo (50 farfalla), Pietro Codia, che nei 100 farfalla ha battuto l’argento di Londra Evgenij Korotyshkin, Ilaria Bianchi (100 farfalla), Niccolò Bonacchi (100 dorso), Arianna Castiglioni (100 rana), Martina Carraro (50 rana) e Giorgia Biondani (50 stile).
La domenica ha infine dato la possibilità ai giovani di mettersi in mostra di fronte ad un pubblico, non meno nutrito dei giorni precedenti, e di dimostrare ai tecnici i risultati dei mesi di allenamento.
Dal Veneto alla Liguria, da mattina a sera. È stato un 9 marzo trionfale per la giovane atletica lombarda, capace di vincere entrambe le competizioni a squadre in cui era impegnata. Protagonisti sempre loro, i Cadetti e le Cadette: atleti nati nel 1999 e nel 2000 che rappresentano una finestra sul futuro di piste, pedane e corse campestri lombarde. In mattinata la formazione lombarda si è imposta nel campionato italiano per Regioni di corsa campestre a Nove, in provincia di Vicenza, infilando il quinto titolo consecutivo dopo quelli ottenuti a Formello 2010, ancora a Nove 2011, a Correggio 2012 e a Rocca di Papa 2013. Nel tardo pomeriggio è arrivato invece il successo nel Trofeo del Nord Ovest indoor al “Palafiera” di Genova, pentagonale con i pari età di Liguria, Piemonte, Valle d’Aosta e Toscana dominato dai nostri rappresentanti. «Sono due successi importanti perché ottenuti con i giovani e facendo anche parecchio leva sullo spirito di gruppo - dichiara il presidente del Comitato regionale Grazia Vanni -. L’atletica deve essere anche uno sport di squadra: è questa l’idea che cerchiamo di infondere. In questa tipologia di manifestazione i ragazzi lombardi sanno metterci sempre il cuore e tirare fuori il massimo da loro stessi: anche oggi l’hanno dimostrato».
Ai campionati italiani individuali e per Regioni Cadetti/e di Nove (VI) la Lombardia centra il titolo individuale maschile con Abdelhakim Elliasmine, il titolo a squadre (con argento individuale) femminile e soprattutto la vittoria nella classifica combinata che assegna il trofeo per Regioni. In quest’ultima classifica la selezione regionale si impone per dispersione: 731 punti totali, 64 in più del Veneto secondo e 89 in più del Piemonte terzo. La Lombardia è regina tra le Cadette e fa valere la forza di un movimento capace di piazzare otto atlete nelle prime 20 posizioni. Marta Zenoni (Atl. Brusaporto), già seconda a Rocca di Papa 2013, si arrende alla figlia d’arte Nadia Battocletti (Atl. Valli di Non e Sole/Trentino): l’allieva di Saro Naso, 15 anni compiuti venerdì, resta a 5” dalla vincitrice, dopo aver a lungo condotto la gara. Alle spalle di Zenoni le compagne regalano una raffica di piazzamenti di valore: Alessia Merelli (GA Vertovese) è sesta, Chiara Fumagalli (Atl. Mariano Comense) ottava, Arianna Locatelli (Pol. Novate) 11esima, Camilla Bossi (Cantù Atletica) 14esima, Federica Cortesi (Atl. Valle Brembana) 17esima, Vanessa Campana (Vighenzi Padenghe) 18esima e Marisabel Nespoli (Vis Nova Giussano) 20esima. Il titolo per Regioni non arriva tra i maschi, ma la nostra delegazione si prende comunque la grande soddisfazione dell’oro individuale grazie ad Abdelhakim Elliasmine: l’alfiere della Polisportiva Brembate Sopra sui 2,5 km del percorso Cadetti brucia in volata il pugliese Vincenzo Grieco e il siciliano Tindaro Lisa e si laurea campione d’Italia. Al maschile sono “solo” tre gli altri lombardi nella top 20: Mattia Gaffuri (US San Maurizio) è 11esimo, Belay Jacomelli (Bormiese) 16esimo e Giulio Palummieri (classe 2000 della Pol. Bienate Magnago) 18 esimo.
Nel Trofeo del Nord-Ovest indoor organizzato a Genova dal CR FIDAL Liguria la selezione regionale conquista invece ben 12 vittorie di specialità su 20 gare in programma e il successo finale con 184 punti davanti a Toscana (161) e Piemonte (149,5). Tra le tante prestazioni di valore spicca l’1:26.70 di Matteo Masolini (GP Valchiavenna) sui 600 metri, tempo eccellente considerando l’anello indoor da 200 metri: solo per dare un riferimento la MPI Cadetti all’aperto è 1:22.1 manuale di Davide Quarta (Brindisi, 16 giugno 1999).
VITTORIE: 12
60 piani F: Camilla Maestrini (Atl. Rodengo Saiano) 7.93
60 ostacoli F: Camilla Rossi (Cairatese) 9.33
Alto F: Greta Seneci (Estrada) 1.58
Peso F: Sydney Giampietro (Metanopoli) 13.79
Tetrathlon F: Rebecca Gennari (NA Varese) 2680 punti (9.13/60 ostacoli, 4.82/lungo, 7.53/peso, 1:51.08/600)
60 ostacoli M: Chituru Ali (Albatese) 8.91
600 M: Matteo Masolini (GP Valchiavenna) 1:26.70
Alto M: Andrea Motta (Atl. Cassano d’Adda) 1.90
Asta M: Paolo D’Elia (Atl. Chiari 1964) 3.50
Triplo M: Andrea D’Amore (Virtus Castenedolo) 12.64
Tetrathlon M: Marco Gerola (Atl. Casorate Primo) 2767 punti (9.03/60 ostacoli, 1.80/alto, 12.91/peso, 3:10.10/1000)
3x200 M: Lombardia (Paganini H.-Meroni-Daou) 1:11.85
SECONDI POSTI: 7
60 piani F: Giulia Curone (Atl. Brescia 2010) 8.02
60 ostacoli F: Valeria Arosio (Albatese) 9.42
Lungo F: Giada Vailati (Virtus Crema) 5.31
Triplo F: Erica Pantusa (Atl. Lecco Colombo) 10.36
3x200 F: Lombardia (Invernizzi-Alberti-Maestrini) 1:21.54
Asta M: Giacomo Roveraro (Atl. Monza) 3.50
Lungo M: Simone Visini (Carpenedolo) 5.97
TERZI POSTI: 7
600 F: Martina Castrovinci (Atl. Punto It) 1:46.32
Triplo F: Amina Vailati (Estrada) 10.28
60 ostacoli M: Michele Pincella (Libertas Mantova) 8.95
Alto M: Lorenzo Paganini (Atl. Punto It) 1.70
Lungo : David Zobbio (Atl. Concesio 2009) 5.84
Peso M: Davide Plebani (Brusaporto) 12.27
Tetrathlon M: Edoardo Carucci (Cairatese) 2222 punti (9.31/60 ostacoli, 1.55/alto, 9.82/peso, 3:10.04/1000)
Si è aperta venerdì a Sochi l’undicesima edizione dei Giochi Paralimpici Invernali, manifestazione che vedrà coinvolti più di 500 atleti di 47 differenti paesi, che si sfideranno in 5 discipline (ice sledge hockey, sci alpino, sci nordico, curling e snowboard) per raggiungere 72 medaglie. L’Italia ha portato in Russia 34 atleti (30 uomini e 4 donne) e presenzierà in 4 discipline, curling escluso, per cercare di confermare i risultati avuti quattro anni fa a Vancouver, quando le medaglie raggiunte furono 7 (1 oro, 3 argenti e 3 bronzi).
Abbiamo chiesto a Pierangelo Santelli, presidente del Comitato Paralimpico Lombardo, di fornirci una panoramica sullo sport paralimpico italiano e a livello internazionale. Immediatamente il presidente ci ha tenuto ad evidenziare come seppur «a livello mondiale la crescita dello sport paralimpico sia avvenuta in modo esponenziale, purtroppo ciò non si può dire del movimento italiano che fatica a espandersi, a causa soprattutto degli esigui contributi stanziati in confronto al numero degli atleti praticanti». Santelli ha continuato dicendo che «l’incremento a livello internazionale è stato notevolissimo, se si pensa che alle prime paralimpiadi tenutesi a Roma nel 1960 parteciparono 23 paesi, e a Londra nel 2012 se ne contavano 164: mi sembra che si possa ritenere un successo incredibile». I numeri estremamente positivi sono legati alle paralimpiadi estive, mentre «quelle invernali vanno più a rilento perché le discipline sono meno. Pancalli recentemente ha sottolineato come in Italia le strutture non siano adeguate per permettere ad un disabile di svolgere attività sportiva; ad esempio a Milano abbiamo una società che fa sci ma per poter essere indipendenti i ragazzi che vogliono sciare vanno in Svizzera».
Passando a Sochi, chiediamo al presidente Santelli quale siano le possibilità della squadra azzurra a livello di prestazioni, ci dice che sarà «difficile raggiungere le 7 medaglie di Vancouver e le 8 di Torino del 2006, anche perché il movimento ha moltissime difficoltà di crescita. Se si pensa che, a livello di attività olimpiche, circa il 20% della popolazione pratica attività sportiva, mentre gli atleti disabili non sono più dell’1,8%, si può facilmente cogliere la gravità della situazione; il motivo è legato al fatto che la spesa per far fare attività sportiva ad un ragazzo disabile è notevole. Ad esempio il monosci costa una cifra esorbitante tra attrezzatura e strutture. Una persona normodotata che vuole fare sci costa alla famiglia 10/15 mila euro l’anno, per una persona disabile la spesa va raddoppiata: se le cifre sono queste diventa tutto più complicato».
Anche nel fare una previsione sui Giochi, Santelli non trascura le differenze tra l’Italia e le altre Nazioni a livello di strutture a disposizione: «Enzo Masiello nel biathlon è tra i favoriti, e anche la squadra di hockey, se ha un po’ di fortuna, può lottare con le big, visto che è campione d’Europa e ha appena battuto la Svezia in un test di preparazione. Purtroppo anche in questa disciplina è evidente il gap notevolissimo tra noi, il Canada, gli Stati Uniti e la Russia. In Russia gli atleti della nazionale di hockey paralimpico sono tutti professionisti e stipendiati e vengono messi nelle condizioni di allenarsi 6 giorni su 7 la settimana 3 o 4 ore al giorno. Un gap così è difficilmente colmabile».
Da ultimo chiediamo al presidente che aspettative ha a livello di sviluppo del movimento dopo questa manifestazione. Ci risponde così: «speravo di avere una spinta notevole dopo Londra vista la grande visibilità che abbiamo dato in Italia, con ben 7 canali aperti solo sulle paralimpiadi. In realtà, tornato in Italia, questo grande riscontro non l’abbiamo mai avuto e per questo non sono così ottimista su Sochi, anche perché in Russia abbiamo una comitiva ridotta». Infine dove, secondo lui, può essere il problema rispetto allo sport paralimpico: «a mio modo di vedere la nostra nazione deve muoversi diversamente: le istituzioni regionali dovrebbero sostenere sia noi che il CONI; non facendolo si crea danno al movimento sportivo olimpico e paralimpico. Ciò non ci permette di avere una sensibilità legata alle attività sportive per disabili, perché lo Stato non coglie l’importanza che lo sport può avere anche a livello di sanità. A volte purtroppo mi pare una battaglia persa».
Proprio per diffondere la cultura sportiva e fare azione di informazione sul tema della disabilità nello sport, il CIP Lombardia collabora con la Scuola regionale dello sport CONI Lombardia nell’organizzazione di corsi di formazione sul tema. Il prossimo partirà a Pavia il 29 marzo 2014.
Si è tenuta questa mattina presso Palazzo Lombardia la conferenza stampa di presentazione del 4° Trofeo Città di Milano, che si svolgerà da venerdì a domenica presso la piscina Samuele di via Trani e che ha avuto il patrocinio di Regione Lombardia, Provincia di Milano e Comune di Milano. A fare da moderatore tra i partecipanti è stato Walter Bolognani, Responsabile Tecnico delle squadre nazionali giovanili, che ha voluto immediatamente evidenziare l’importanza che ha un meeting del genere, «non solo per le prestazioni degli atleti, ma anche per l’entusiasmo e la felicità di stare assieme. A conferma del fatto che lo sport dovrebbe essere sempre un momento di gioia». Elencando i numeri della manifestazione, che conterà circa 80 team e 800 nuotatori provenienti da 5 differenti nazioni, Bolognani ha ricordato come il Trofeo Città di Milano è «l’occasione giusta per accendere i motori nel modo migliore», considerando che i risultati conseguiti possono valere per qualificarsi ai Campionati Europei che si terranno a Berlino dal 13 al 24 agosto.
In seguito è intervenuto Roberto Del Bianco, presidente della Nuotatori Milanesi, «società sempre presente dagli anni ‘70 a livello mondiale, che punta su un’attività di formazione giovanile indipendente dal risultato assoluto», e che è a capo dell’organizzazione del Trofeo. Del Bianco ha chiarito che, pur essendo in un momento di enorme difficoltà, lo sport ha bisogno di trovare il sostegno di istituzioni che facilitino lo sviluppo di un movimento, come il nuoto, che permette una crescita sia socio-educativa che tecnico-sportiva; infine ha chiosato dicendo che «una manifestazione di questa portata dimostra che a Milano si può nuotare e si può farlo bene, oltre a permettere ai giovani di confrontarsi con atleti di caratura internazionale».
Le istituzioni, chiamate in causa sia da Bolognani che da Del Bianco, hanno trovato voce nelle parole dell’Assessore allo Sport e alle Politiche dei Giovani della Regione Lombardia Antonio Rossi, definito dal Responsabile Tecnico delle nazionali giovanili come «un uomo di umiltà e ragionevolezza oltre la gara». Rossi, dopo aver richiamato all’importante compito che hanno i giornalisti sportivi («è importante che si scriva di sport per aiutare i nostri figli»), si è concentrato sui giovani, rimanendo colpito dalla modalità del Trofeo che garantisce ad essi di «vedere da vicino i risultati degli atleti affermati», ed elogiando la FIN (Federazione Italiana Nuoto) che, con il contributo dei gruppi militari a cui afferiscono i nuotatori, «segue attentamente gli atleti in vista di traguardi importanti come Berlino e le Olimpiadi in Brasile». Le parole dell’Assessore sono state confermate anche dall’intervento di Samuel Pizzetti, argento ai Campionati Europei di Debrecen nel 2012 sugli 400 metri stile libero e formatosi nella Nuotatori Milanesi, «una competizione come quella organizzata dalla società meneghina offre la possibilità di allenarsi con dei professionisti, e ciò per i giovani è importantissimo».
Per quello che concerne la Nazionale Italiana di Nuoto, che presenterà all’evento l’80% dei suoi effettivi, compresi Pellegrini, Bianco, Magnini e Paltrinieri, ha parlato Cesare Butini, Direttore Tecnico delle Squadre Nazionali Nuoto, che, sulla scia dei precedenti contributi, ha detto: «questo meeting testimonia la sinergia tra l’alto livello del nuoto e i giovani, il nostro obiettivo è quello di far crescere i giovani e valorizzarli e in questo senso abbiamo iniziato un progetto chiamato “Destinazione Rio” che cerca di seguire la loro maturazione passo dopo passo». Butini ha concluso che il Trofeo Città di Milano, dal quale sono passati grandi atleti stranieri quali Laszlo Cseh e Milorad Cavic, è un caposaldo importante per controllare gli atleti e «per colmare una lacuna sulle manifestazioni di alto livello per il percorso agonistico in vista degli Assoluti di Riccione, dove sarà selezionata la Nazionale per Berlino». Il ct si è poi rammaricato per il fatto che, a causa di due differenti infortuni, non parteciperanno al Trofeo Luca Dotto e Fabio Scozzoli.
L’evento, che vedrà gareggiare anche atleti della FINP (Federazione Italiana Nuoto Paralimpico), sarà trasmesso in televisione e si aprirà nel pomeriggio di venerdì, coprendo poi le due intere giornate di sabato e domenica.