Durante la manifestazione, organizzata in occasione della Giornata Mondiale contro il razzismo, presso il Lido di Milano da Comunità Nuova per il progetto “Io tifo positivo”, abbiamo intervistato tre grandi campioni del passato, che hanno partecipato agli incontri tenutisi tra le personalità legate allo sport e gli studenti delle scuole medie di Milano, all’interno dell’evento “Tweet off racism”.
Roberto Galia, ex terzino e mediano della Juventus di inizi anni ‘90, ci ha tenuto a sottolineare l’importanza di manifestazioni di questo genere: «penso che siano importanti giornate dello sport dedicate al razzismo perché alcuni personaggi, resi famosi dai successi sportivi, possono far capire la centralità di certe questioni. È fondamentale, a mio modo di vedere, mostrare ai giovani che saranno il nostro futuro, di avere più rispetto per le persone di colore»; per poter riuscire in questo Galia riconosce un ruolo chiave alle famiglie affinchè «diano indicazioni positive ai propri figli». In seguito aggiunge che «a volte le televisioni amplificano dei semplici episodi: succede così che si confondano degli sfottò contro una squadra avversaria, fatti da alcuni tifosi, con delle accuse di razzismo. Il razzismo c’è, ma bisogna stare attenti a non confonderlo con altro; ritengo che bisogni insegnare un modo di tifare differente, che parta dal rispetto della persona». Infine chiediamo a Galia il modo migliore per debellare il razzismo, ci dice che «è fondamentale educare le famiglie e i figli. Anche se nella mia vita di calciatore e di responsabile del settore giovanile non mi sono mai imbattuto direttamente in episodi di razzismo, capita che i figli siano ulteriormente osannati e difesi dai genitori. Giornate del genere hanno un peso fondamentale nel far intendere che spesso bisogna pensare prima di agire».
In seguito incontriamo Gianluca Zambrotta, campione del mondo nel 2006, tra i migliori interpreti a livello internazionale del ruolo di terzino e oggi allenatore del Chiasso. Anch’egli evidenzia l’importanza di un evento del genere, «il cui slogan potrebbe essere “un calcio al razzismo”, perchè è un messaggio a 360° che parte dalla certezza che tutte le persone sono uguali e nessuno è diverso. Ritengo sia importante comunicare questo messaggio ai giovani, ma anche ai meno giovani perché è giusto fargli comprendere che il loro ruolo di educatori è fondamentale come esempio e come mezzo per far passare un messaggio positivo». Poi ci racconta il suo pensiero su come andrebbe debellato il razzismo: «è chiaro che se, andando a vedere una partita, sento i classici “buu” contro giocatori di colore, le istituzioni hanno il dovere di chiudere parte dei settori dello stadio. In questo modo mandano un messaggio duro e concreto per combattere il razzismo. Lo sfottò è comprensibile, ma il “buu” è un chiaro messaggio razzista».
Da ultimo ci dice la sua opinione sul razzismo anche Daniele Gilardoni, ben 11 volte campione del mondo di canottaggio; anche Daniele conferma che il fenomeno nello sport purtroppo esiste, ma ci tiene a ricordare che «lo sport può sconfiggerlo, ed in tal senso fondamentale è il contributo che possono dare gli sportivi e coloro che vengono stimati come idoli dalla gente. Eventi, come quello organizzato da Comunità Nuova, sono importanti perché sono sempre una cosa buona, in quanto si propongono di combattere un aspetto negativo della società. Il Comitato Regionale CONI Lombardia tiene molto a queste iniziative, e per questo motivo ha voluto la partecipazione di atleti di alto livello, soprattutto del mondo del calcio che è l’ambiente dove il razzismo è più presente (oltre a Zambrotta e Galia, erano presenti Damiano Tommasi e Pietro Vierchowod). I bambini hanno reagito bene ai discorsi, anche perché hanno sentito parlare dei campioni». Molto interessante quello che Gilardoni sottolinea in seguito quando ci dice che «purtroppo in alcuni paesi manca la cultura sportiva, e ciò a volte fa nascere alcuni episodi legati al razzismo. È proprio l’assenza di una cultura sportiva che genera episodi gravi, essi non vanno combattuti con la violenza ma bensì con le parole che spesso incidono maggiormente». Da ultimo il campione di canottaggio ci racconta come nel “suo” sport ci sia «una cultura sportiva che nasce dentro di te già da piccolino, in quanto da agonista vedi si lo sport come confronto per battere altre persone, ma una volta terminata la gara si resta amici. È bello che il senso di unione e di amicizia continui negli anni e non finisca con il termine dell’attività agonistica, questo clima infatti contribuisce a far nascere dei sintomi positivi che portano ad andare contro il razzismo. Alla fine siamo tutti uguali e ci dobbiamo scontrare “solo” sui campi di gara».
Nella giornata di ieri il Presidente del CONI Giovanni Malagò ha presenziato a due differenti eventi nel capoluogo meneghino. Malagò è intervenuto presso la cerimonia conclusiva di “Ola Azzurra”, progetto che ha visto la collaborazione del CONI assieme con il colosso coreano Samsung, tenutasi presso il teatro “La Scala”; ed al convegno “Ex(s)port 2015. Lo sport ai tempi dell’Expo”, svoltosi nella Sala Appiani dell’Arena Civica “Gianni Brera”.
Il progetto Ola Azzurra prevedeva la raccolta fondi per finanziare la ricostruzione di impianti sportivi all’interno di due scuole italiane: l’Istituto Comprensivo Rinnovata Pizzigoni di Milano e l’Istituto Comprensivo Statale San Luca-Bovalino di San Luca di Reggio Calabria; Samsung ha raccolto circa 80 mila euro grazie al sostegno di quello che è stato denominato Samsung GALAXY Team, un gruppo composto da 5 atleti italiani che aveva il compito di avvicinare le persone agli sport invernali. A posteriori bisogna affermare che le scelte si sono rivelate azzeccate visto che tra questi azzurri figuravano i medagliati: Armin Zöggeler, Christof Innerhofer e Arianna Fontana, insieme allo snowboarder Omar Visintin e alla sciatrice paralimpica Melania Corradini. Al termine delle premiazioni Malagò ha evidenziato tutto l’orgoglio e la gioia per i traguardi raggiunti a Sochi, senza nascondere un filo di amarezza per non essere riusciti a conquistare il metallo più pregiato. Sia la Fontana che Zöeggeler non hanno sciolto i dubbi sul loro eventuale ritiro, affermando che si stanno entrambi concentrando sui prossimi impegni che si terranno a breve, pur confermando di aver considerato l’ipotesi di fermarsi.
Il convegno tenutosi presso l’Arena Civica “Gianni Brera, vedeva come relatori, oltre al Presidente del CONI, anche il Presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, il Presidente dell’ASI (Alleanza Sportiva Italiana) Claudio Barbaro, il Vice Presidente della Commissione Europea Antonio Tajani, il Presidente della Provincia di Milano Guido Podestà, l’Assessore allo Sport e al tempo libero del Comune di Milano Chiara Bisconti e il Presidente di CONI Servizi Franco Chimenti. Durante il suo intervento il Presidente del CONI ha ribadito che vuole al termine dell’Esposizione del 2015 si cercherà di costruire una vera e propria cittadella dello sport sul terreno di Rho-Pero così da «poter dar vita a strutture che permettano attività» che hanno bisogno per il loro rilancio di modernizzarsi con strutture adeguate sia verso gli atleti che per il pubblico. Oltre al nuovo stadio del Milan (dato che è arrivata una “manifestazione d’interesse” da parte della società rossonera), si cercherà di valorizzare sport come l’hockey sul ghiaccio, la pallamano e la pallavolo tramite la costruzione di un palazzetto polivalente, in più è stata segnalata l’assenza di una piscina olimpica a Milano. L’idea è chiarissima: «a Milano bisogna fare qualcosa che resti nei decenni».
A poco meno di un mese di distanza dalla cocente delusione di Sochi, dove giunse quarta dietro la tedesca Rebensburg, Nadia Fanchini bissa la medaglia di legno “ottenuta” in terra russa, arrivando nuovamente ai piedi del podio durante lo Slalom Gigante di Coppa del mondo disputatosi ad Are in Svezia. L’atleta bresciana ha svolto una seconda parte di gara eccezionale fermando il tempo sul 2.01.86. Il risultato finale è stato compromesso dalla prima manche, dove la Fanchini si era classificata con l’undicesimo crono. Dopo il quarto posto di Stefano Gross nello slalom maschile della mattinata, anch’egli reduce da un quarto posto a Sochi, Nadia ha dimostrato il non invidiabile feeling degli atleti azzurri con i “traguardi sfiorati”. Il lato positivo della medaglia è la conferma delle sciatrici, e degli sciatori, italiane con le migliori in qualunque tipo di specialità, e a sottolineare questo vi è anche il nono posto di Federica Brignone, capace di disputare un’ottima seconda manche.
Per la cronaca, la vittoria è andata alla “cannibale” Anne Fenninger che, non paga di aver vinto la Coppa del Mondo generale, ha conquistato anche quella di specialità, soffiandola alla svedese Jessica Lindell-Vikarby nella gara casalinga, tra le due sul podio si è inserita l’austriaca Eva-Maria Brem.
Si è svolta ieri presso la Sala Alessi di Palazzo Marino la conferenza stampa di presentazione della 43esima edizione della Stramilano, che scatterà domenica 23 marzo dal capoluogo meneghino, “inaugurando” ufficialmente la primavera dello sport lombardo.
Alla presentazione di quello che è diventato uno degli eventi di spicco per la popolazione milanese, e del panorama podistico mondiale, sono intervenuti: Chiara Bisconti, assessore allo sport e tempo libero del Comune di Milano, Pier Luigi Marzorati, Presidente del Comitato Regionale del CONI Lombardia, Antonio Rossi, assessore allo Sport e alle Politiche per i giovani della Regione Lombardia, Camillo Onesti, presidente di Stramilano, e Luca Bacherotti, amministratore Delegato di Asics, sponsor della manifestazione. Presente alla conferenza stampa anche la madrina della Stramilano Chiara Lorenzutti di Radio 101.
L’assessore Bisconti ha ricordato come «Stramilano è un pezzo di storia ma anche un momento di vivacità per la città, che ci proietta sempre in avanti», alle parole delle istituzioni ha fatto eco il presidente Onesti che ha sottolineato come l’evento «dà il via alla primavera milanese. Una giornata di gioia, entusiasmo e frenesia». Impavido l’assessore Antonio Rossi che, dato che gareggerà durante l’evento milanese, ha sfidato uno dei runner che saranno protagonisti il 23 marzo, quello Stefano Baldini che è stato medaglia d’oro nella maratona alle Olimpiadi di Atene del 2004.
La manifestazione si articolerà in tre percorsi: la Stramilano dei 50.000, prova di 10 km da percorrere a ritmo libero per arrivare in un tempo massimo di 5 ore, la Stramilano Agonistica Internazionale, 21.097 km da percorrere in meno di un’ora che ha visto nelle precedenti edizioni presenti molti grandi atleti come Cova, Tanui e Tergat, infine la Stramilanina, 5 km ai quali parteciperanno i più giovani. La Stramilano Agonistica Internazionale avrà come punto di partenza il Castello Sforzesco, mentre le altre due partiranno da Piazza Duomo; tutte e tre le corse giungeranno al traguardo dell’Arena Civica.
Per tutte le informazioni si veda il link del sito della manifestazione: www.stramilano.it
Il 21 marzo, presso la sede di Milano del Progetto IO Tifo Positivo (piazzale Lotto 15), in occasione della Giornata Mondiale contro il Razzismo, si terrà la seconda edizione dell'iniziativa contro ogni forma di discriminazione nello sport denominata "TWEET OFF RACISM", progetto appoggiato dalla Fondazione Candido Cannavò, dal CONI CR Lombardia, dal Comune di Milano e dal Provveditorato degli Studi della Provincia di Milano.
La giornata si inserisce in una cornice più ampia che ha l’obiettivo di educare le giovani generazioni alla pratica dello sport. La lotta alla discriminazione, razziale e non solo, è oggi in Italia una delle questioni culturali più importanti, da affrontare tutti insieme, in una forma di collaborazione tra il mondo istituzionale, quello sportivo e la società civile.
Il progetto, che andrà a coinvolgere direttamente diverse centinaia di studenti/esse delle scuole medie di Milano, andrà a coinvolgere i media, intesi sia come stampa, radio e tv, che come social network, tramite i quali verrà lanciata una consistente “campagna sociale” sul tema.
Tutti sono invitati a partecipare a questa iniziativa in modo da testimoniare l’attenzione del mondo sportivo lombardo verso il tema, e a garantire visibilità all’evento che avrà il suo apice nell’incontro tra alcuni campioni ed i ragazzi e le ragazze che aderiscono al progetto.