Durante la cerimonia di premiazione dei Champions Night Award, il Comitato Regionale CONI Lombardia ha avviato una campagna di sostegno verso la Fondazione Simona Ventura Onlus, il cui è operato è stato presentato a Palazzo Lombardia da Sara Ventura. La Fondazione ha lo scopo di aiutare i minori italiani soggetti a condizioni di vita avverse, causate da maltrattamenti o abusi, con la costruzione di luoghi di sostegno e accoglienza favorevoli alla crescita dei ragazzi. Dal 2006 Simona Ventura organizza eventi ed iniziative volte a garantire sostentamento ai progetti di Associazione Segno Onlus, CAF Onlus e L’Impronta Onlus, con l’obiettivo di poter creare un “polo educativo” per i minori. Il Comitato Regionale CONI Lombardia, da sempre sostenitore delle realtà che hanno come fine l’educazione della persona, è lieto di offrire il proprio aiuto alla Fondazione Simona Ventura, testimoniando in tal modo tutto l’interesse per un’opera fondata sulla formazione dei ragazzi. L’auspicio è che altre organizzazioni non tardino a dare il proprio contributo alimentando l’operato della Fondazione.
Nel dossier seguente viene presentata la Fondazione e i progetti a essa legati.
Santelli e Abbagnale inaugurano la targa del Centro Federale Para-Rowing di Milano
Questa mattina, all’Idroscalo di Milano, è stata posizionata la targa che identifica i locali del Centro Federale Para-Rowing. Una cerimonia sobria alla quale hanno partecipato, oltre al Presidente della Federazione Giuseppe Abbagnale, anche il Presidente del CIP Lombardia Pierangelo Santelli, il Consigliere federale Luciano Magistri, il componente la Giunta del CONI Regionale Lombardia Daniele Gilardoni, il Presidente dell’Idroscalo Club Claudio Cervellati, il Caposettore Dario Naccari e tutti gli Atleti e i Tecnici convocati per il Raduno Nazionale AS e TA. “Sono sbalordito di tanta vitalità – chiosa il Presidente Santelli – nel basket in carrozzina in dieci anni siamo riusciti ad avvicinare a questa disciplina solo sedici atlete, nel canottaggio in pochi mesi, invece, ho notato molto fermento e vedo molte donne che scendono in barca, si allenano e sudano in una disciplina della quale sapevano poco o nulla. Si sta facendo davvero un buon lavoro e questa breve cerimonia di oggi dimostra che nulla viene lasciato al caso”.
La soddisfazione di Pierangelo Santelli, che come Comitato Regionale collabora anche con il Collegiale, è palpabile anche nei visi degli atleti che, dopo aver svolto l’allenamento a terra ed essere usciti in barca, hanno ancora la voglia e la forza di divertirsi sentendosi soprattutto gruppo. “Il Presidente Abbagnale lo aveva detto che il suo impegno, e quello del suo Consiglio, sarebbe stato sviluppato anche nel settore Para-Rowing – dice ancora Santelli, che aggiunge – e mi sto rendendo conto che quello che si prefigge di fare lo fa senza tirarsi mai indietro. Per questo il Comitato CIP Lombardia continuerà ad essere al suo fianco e anche perché vedo grande entusiasmo e motivazione da parte di tutti”. Il Presidente Abbagnale ha, invece, sottolineato che: “Io sono un Presidente al servizio del canottaggio e sono, quindi, al servizio di tutti gli atleti e le atlete che remano, per cui mi adopero giornalmente perché tutte le categorie, tra le quali anche il Para-Rowing, possano prepararsi al meglio”.
Il Caposettore Naccari ha sottolineato, invece, come sia importante la presenza delle istituzioni vicino ad un mondo, quello della disabilità, in continua evoluzione e che può dare tanto in termini di risultati, ma richiede attenzione e continui investimenti. Per questo motivo ha voluto sottolineare la presenza al raduno di Laura Barbanti, fisioterapista, di Gian Luca Migliore, tecnico INAIL, di Agostino Caroli, Ingegnere dei materiali, e di Danilo Volpato della Off Car. Caroli e Volpato fanno parte altresì del Centro Studi e Sviluppo Ortopedia per seduta su barca di canottaggio. Insomma, uno staff voluto dal Direttore Tecnico Giuseppe La Mura per garantire la migliore preparazione a tutti gli atleti che entrano a far parte del Progetto Azzurro Para-Rowing Rio 2016. Nel pomeriggio ancora allenamenti e tirate in barca per tutti gli atleti convocati.
Uffico stampa Fic.
Ci ha fatto sognare come nessuno a Sochi, e solo per questo merita le medaglia d’oro di migliore italiana ai Giochi. Più dell’insperato Innerhofer, più dell’eterno Zöggeler, più del meraviglioso biathlon e anche più della tanto attesa Kostner, è Arianna Fontana la nostra atleta per eccellenza in terra russa, e anche per questo sarà la portabandiera dell’Italia durante la cerimonia di chiusura della manifestazione a cinque cerchi, sventolando il tricolore che Napolitano aveva consegnato ad Armin per l’apertura.
Eppure, nonostante le tre medaglie conquistate (2 bronzi e 1 argento), la Fontana ci teneva a fare bella figura, che tradotto per un campionessa come lei voleva dire medaglia, anche nei 1000 metri femminili, specialità che non la vedeva tra le favorite. Ma questa volta la fortuna non era dalla parte di Arianna, e come nelle altre gare che l’hanno vista uscire vincitrice anche questa volta si è messa di mezzo una caduta. Durante infatti la durissima batteria di partenza la velocista valtellinese è caduta a due giri dal termine della gara, dopo un impatto con la cinese Kexin Fan, ed è stata giudicata dai giudici colpevole dell’incidente e per questo squalificata. Grande il rammarico da parte dell’azzurra che però, dopo aver detto di ritenere la cinese colpevole della caduta, ha confessato anch’essa di essere andata ben al di là delle più rosee aspettative, non immaginandosi di riuscire a fare “un’Olimpiade del genere”. L’altra atleta lombarda in gara, Martina Valcepina, non ha partecipato ai quarti di finale ottenuti a causa di un infortunio. La medaglia d’oro nei 1000 metri femminili short track è poi stata vinta dalla coreana Park Seung-He che ha chiuso davanti alla cinese Kexin Fan e alla connazionale Shim Suk-Hee, le ultime due entrambe presenti nella combattutissima batteria della Fontana.
Si chiudono così le Olimpiadi dello short-track e il bilancio italiano non può che essere positivo; non solo per le medaglie della Fontana, ma anche per il bronzo raggiunto dalle altre tre ragazze valtellinesi (Peretti, Valcepina e Viviani) già pronte e smaniose di partecipare ai prossimi giochi di Pyeonhchang 2018. Dopotutto con Arianna come maestra, e compagna di squadra, nulla sembra impossibile.
Lunedì scorso il Milan Primavera, allenato da Filippo Inzaghi, ha trionfato nella 66° Edizione della Coppa Carnevale di Viareggio, diventando il settore giovanile più vincente nella competizione toscana con ben 9 vittorie. La squadra dell’ex superbomber milanista si è imposta nella finalissima contro i belgi dell’Anderlecht che nella scorsa edizione avevano sconfitto i rossoneri, dell’allora tecnico Aldo Dolcetti, con un secco 3-0 proprio in occasione dell’atto conclusivo della manifestazione.
Andando a guardare i giocatori più utilizzati da Superpippo, si può notare come intorno alle “stelline” più note, come Andrea Petagna, decisivo con un favoloso gol in finale, e Bryan Cristante, assente al Viareggio ma già in grado di affermarsi in prima squadra, il nucleo principale della Primavera rossonera sia composta da giovani giocatori lombardi.
La porta del Diavolo è difesa da Stefano Gori, giovane classe 1996 prelevato in gennaio dal Brescia (con cui è in comproprietà); già etichettato come “nuovo Buffon”, in Toscana più volte è stato decisivo per le sorti della squadra di Inzaghi. Anche il vice di Gori, Lorenzo Ferrari, è lombardo, essendo nato il 9 marzo 1996 a Cremona. In difesa due dei pilastri del reparto arretrato rossonero sono Davide Calabria, terzino di grande spinta e profondità, nato a Brescia nel 1996 e autore di un’ottima Coppa Carnevale (4 presenze e 1 assist), e Davide Pacifico, capitano classe ‘94 di Varese, e vero leader veterano della squadra della quale fa parte dal 2011, insieme ad Alex Pedone, centrocampista milanese classe ’94. Pronto a dar fiato ai quattro titolarissimi, ai due lombardi si aggiungono Tamas e Simic, c’è Luca Iotti, difensore centrale classe 1995 di Cernusco sul Naviglio, fisico possente e schierato in un match durante il Viareggio. Alessandro Mastalli è invece uno di quei giocatori che più ha impressionato per completezza durante il torneo: corsa, grinta, capacità di inserimento e fiuto del gol (sua la rete del definitivo 3 a 1 contro i belgi in finale) fanno del classe ‘96 di Milano uno dei prospetti più interessanti, in grado di sostituire degnamente uno dei centrocampisti più interessanti di tutto il campionato Primavera italiano: quel Mario Piccinocchi (Milano, classe ‘95) che a causa di un infortunio al ginocchio non ha potuto “vendicare” lo schiaffo della passata stagione subito dall’Anderlecht. Nel reparto offensivo, accanto al bomber Petagna e a Vido, ha ben impressionato Marco Pinato, ala sinistra tuttofare nato a Monza, autore di un gol e un assist durante le tre partite disputate nella Coppa Carnevale; attacco che può contare anche sul contributo dalla panchina di Davide Di Molfetta, (Sesto San Giovanni, ’96) ottimo nel 4-3-3 che spesso usa Inzaghi, e Iacopo Cernigoi (Mantova, ‘95) vero killer dell’area di rigore.
Moltissimi sono dunque i giocatori lombardi che hanno trionfato al Viareggio e che ora vogliono conquistare la Youth League e quel Campionato Primavera che manca nella bacheca del Milan dal 1964-65 (quando ancora si premiavano due squadre, e i rossoneri vinsero assieme alla SPAL). Mai come quest’anno i rossoneri hanno in squadra dei giocatori pronti per vincere tutto perché “plasmati” dall’esperienza del loro tecnico, che se riuscirà a vincere tutto dovrà ringraziare parecchio il territorio lombardo.
Si è svolto nella tarda mattinata italiana lo Slalom Gigante a Sochi che ha visto il meritatissimo trionfo dell’americano Ted Ligety, primo non europeo a vincere la medaglia d’oro alle Olimpiadi Invernali nella specialità, devastante nella prima manche dove ha distanziato il secondo, il ceco Bank, di quasi un secondo. A completare il podio i francesi Missilier e Pinturault, autori entrambi di un’ottima seconda parte di gara. Avaro di soddisfazioni per gli italiani, nonostante il terzo tempo ottenuto da Simoncelli durante la prima manche; lo Slalom Gigante è stato occasione per il lombardo Roberto Nani di entrare in confidenza con la specialità olimpica, essendo alla sua prima partecipazione ai Giochi. Il classe 1988, natio di Sondalo, ha disputato una brillantissima prima parte di gara, classificandosi 12°, con il tempo di 1’22’92, ma pochissimo distanziato dai migliori della specialità. L’emozione e la spavalderia di essere con i più grandi alla prima esperienza a cinque cerchi lo hanno tradito nella seconda parte della gara, dove Roberto ha sbagliato non riuscendo a concludere la gara, come prima di lui aveva fatto il ben più esperto Manfred Moelgg. I fondamentali fisici e il tempo sono tutti dalla parte di Nani, se saprà trarre giovamento dagli errori commessi oggi a Rosa Khutor siamo certi che nei prossimi anni potrà essere fonte di molti successi azzurri, insieme a Luca De Alessandrini.