Nella penultima giornata dei Campionati Europei di scherma a Basilea è arrivata la decima medaglia per l’Italia. Gabriele Cimini, Davide Di Veroli, Andrea Santarelli e Federico Vismara (26enne di Milano) si sono aggiudicati l'argento nella prova a squadre di spada maschile.
I ragazzi del commissario tecnico Dario Chiadò hanno cominciato il loro cammino negli ottavi di finale, in cui hanno superato la Danimarca con il punteggio di 45-41. Nei quarti, poi, è arrivata un’altra vittoria non banale, quella contro l’Ucraina per 40-36. In semifinale, quindi, è stato un dominio azzurro, con la Spagna costretta a soccombere con lo score severo di 43-30. Il sogno, infine, si è interrotto proprio sul più bello, con la Francia che in finale si è imposta 45-24.
Sul terzo gradino del podio continentale, infine, si è piazzata la suddetta Spagna, che nella finale meno nobile ha domato la Repubblica Ceca con il risultato di 43-32.
(foto Bizzi Team/Federscherma)
Nella terzultima giornata dei Campionati Europei di Tuffi in corso a Belgrado (Serbia) è arrivata una medaglia d’argento per Francesco Casalini (19enne di Milano) insieme a Julian Verzotto nel sincro maschile dalla piattaforma.
In una gara priva di sbavature la giovane coppia italiana è rimasta sempre nelle posizioni di vertice per tutte e sei le rotazioni e ha concluso la sua performance con il punteggio complessivo di 356.88.
Meglio di Casalini (a sinistra nella foto) e Verzotto sono riusciti a fare solamente gli austriaci Anton Knoll e Dariush Lofti (oro con 367.05), mentre hanno messo le mani sul bronzo i britannici Ben Cutmore ed Euan McCabe (350.70).
(foto Pasquale Mesiano/DBM)
Il 20 giugno si celebra la Giornata Mondiale del Rifugiato, un appuntamento annuale voluto dalle Nazioni Unite per riconoscere la forza, il coraggio e la perseveranza di milioni di persone costrette a fuggire nel mondo a causa di guerre, violenza, persecuzioni e violazioni dei diritti umani.
Per appoggiare la campagna di solidarietà lanciata dall’UNHCR “#WithRefugees, per un mondo dove tutti i rifugiati sono benvenuti”, raccontiamo la storia di Imam Mahdavi (Foto Fijlkam), una delle tante, ma che nel 2022 fu scelta scelta dall’UNHCR. Una storia che racconta di come anche la Lombardia, il suo territorio, le organizzazioni territoriali delle Federazioni e il CONI CR Lombardia possono, con orgoglio, ricoprire un ruolo di primo piano in questa campagna di civiltà.
Imam è un 29enne lottatore iraniano costretto, nel 2020, a fuggire dal proprio paese perché perseguitato per motivi politici dal regime degli Ayatollah. Figlio di un lottatore, inizia all’età di 15 anni a praticare lo steso sport mettendosi in mostra e collezionando medaglie ai campionati iraniani. Non essendo, però, un praticante religioso con i risultati arrivano per lui anche i problemi che lo costringono a lasciare l’Iran nel 2020. Giunto in Turchia via terra, ha raggiunto in aereo Milano, dove si trova solo e senza parlare una parola di italiano.
In questo momento di difficoltà, però, grazie alla sua passione per la lotta e ai social network, riesce a entrare in contatto con un giovane appartenente al Lotta Club Seggiano di Pioltello, in provincia di Milano. Si iscrive, così, alla palestra dove trova un gruppo, guidato dall’allenatore Victor Cazacu, che lo aiuta a trovare un lavoro, a mettersi in regola con i documenti e ad allenarsi inseguendo un sogno olimpico.
Sogno che, grazie anche alla Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali (FIJLKAM) che lo appoggia, si avvera quando il Comitato Olimpico Internazionale per gli atleti rifugiati lo nota per i risultati ottenuti nel 2023 come atleta indipendente agli Europei e ai Mondiali di Lotta. Ammesso nella Squadra Olimpica Rifugiati, Imam ha in questo modo il sostegno economico per allenarsi fino all’estate del 2024 quando, a luglio, prenderà parte ai Giochi Olimpici Estivi di Parigi 2024 nella lotta libera e sotto la bandiera della Squadra Olimpica Rifugiati.
"Sapere che andrò alle Olimpiadi e che i miei desideri si stanno avverando mi riempie di gioia e felicità", ha raccontato in un’intervista televisiva Iman. "Quando ho lasciato il mio paese avevo la testa piena di sogni e ho combattuto perché divenissero realtà. Voglio ringraziare il Comitato olimpico per gli atleti rifugiati che ha creduto in me e devo pensare a lavorare per dare il massimo. Voglio tornare da Parigi con la medaglia d’oro al collo". Un sogno che, lo speriamo, possa essere un passo verso un altro desiderio. "Mi piacerebbe festeggiare con loro i miei traguardi, abbracciarli di nuovo. Spero che un giorno le guerre, i regimi e le ingiustizie finiscano e che i popoli di tutto il mondo possano vivere in pace".
Marco Riva, presidente del CONI CR Lombardia: "Storie come quella di Iman Mahdavi ci raccontano di come lo sport può rappresentare un punto di riferimento anche quando gli eventi ci pongono di fronte a situazioni che possono stravolgere la vita, le certezze e gli affetti che ci appartengono. In un’occasione come la Giornata Mondiale del Rifugiato mi piace pensare a come, almeno in parte, il sogno olimpico abbia potuto ridare una luce di speranza a Iman e a tutte le atlete e gli atleti che vivono la sua stessa situazione. Una luce che si è accesa grazie alla Squadra Olimpica Rifugiati fortemente voluta dal CIO nel 2015 per tutti coloro che si trovano a doversi ricostruire una vita lontano dalle proprie origini. Mai, però, l’inseguimento del sogno olimpico di Iman avrebbe potuto realizzarsi se sulla propria strada non avesse incontrato il Lotta Club Seggiano guidato da Giuseppe Gammarota che gli ha permesso di trovare una casa nuova da cui ripartire per Parigi 2024".
Nella seconda giornata dei Campionati Europei di scherma in svolgimento a Basilea, Arianna Errigo, portabandiera dell’Italia Team ai prossimi Giochi Olimpici di Parigi 2024, ha conquistato la medaglia d’oro nel fioretto femminile.
La campionessa monzese, dopo essersi fatta largo fino ai quarti di finale, ha sconfitto per 15-9 la connazionale Martina Favaretto, prima di prevalere alla stoccata decisiva (15-14) nei confronti della britannica Carolina Stutchbury. In finale, quindi, non c’è stato scampo per l’ucraina Dariia Myroniuk, battuta in rimonta per 15-10 dall’italiana, che ha messo le mani sul suo terzo titolo continentale a livello individuale dopo Torun 2016 e Tbilisi 2017.
(foto Bizzi Team/Federscherma)
Nell’ultima giornata di finali degli Europei di atletica leggera allo Stadio Olimpico di Roma sono arrivate altre due medaglie per gli atleti lombardi che hanno aumentato il loro contributo nel medagliere degli Azzurri che hanno chiuso con lo storico record di 24 podi (11 ori, 9 argenti e 4 bronzi).
Presente per la seconda serata di fila in tribuna autorità anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che domani al Palazzo del Quirinale consegnerà il Tricolore a Gianmarco Tamberi e alla monzese Arianna Errigo, i due portabandiera azzurri nella Cerimonia d’Apertura dei Giochi Olimpici di Parigi 2024.
La 4x100 maschile di Matteo Melluzzo, Marcell Jacobs (Desenzano del Garda - BS), Lorenzo Patta e Filippo Tortu (25enne milanese) ha dominato le operazioni sin dal primo cambio, chiudendo con il crono di 37.82 e mettendosi al collo la medaglia d'oro. Nulla da fare sia per l'Olanda (38.46) sia per la Germania (38.52).
Bella prova anche per la 4x400 maschile formata da Luca Sito (21enne di Segrate - MI), Vladimir Aceti (25enne nato in Russia, ma adottato da una famiglia di Giussano - MI), Riccardo Meli e Edoardo Scotti (24 anni - Lodi), che hanno conquistato l’argento grazie al crono di 3:00.81 e dopo aver preceduto di un soffio la Germania (3:00.82). L’oro, quindi, è stato appannaggio del Belgio (2:59.84).
(foto Grana/FIDAL)