“Il Coni parte dalla base e arriva al vertice. Un atleta non nasce campione, lo diventa… la base è il vertice e il vertice ha bisogno della base. Noi senza le Asd non tocchiamo più palla. Dobbiamo tutelare le società di base”. Giovanni Malagò, presidente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano.
Le società sportive rappresentano da sempre il cuore dello sport italiano. Stanno vivendo un momento di difficoltà, come gran parte del nostro Paese. Per questo motivo, viene organizzato un corso volto a fornire loro gli strumenti, adeguati e aggiornati, per creare economicità con le loro attività sul territorio e dare risposte ai giovani e alle famiglie.
Il corso, organizzato dal CR Lombardia e dal CR Veneto, avrà inizio il 14 marzo e terminerà il 18 aprile con due appuntamenti a settimana, il martedì dalle 18:30 alle 20:30 e il sabato dalle 10:30 alle 12:30.
Dopo il primo incontro che vedrà la presenza del presidente del CR Lombardia CONI, Marco Riva, del presidente CONI Veneto, Dino Ponchio, di Sindaci, Delegati regionali e fiduciari e dei Direttori Scuola dello sport CONI Lombardia e CONI Veneto, il corso si svilupperà nei seguenti 8 moduli:
Sabato 18 marzo - Leadership, organizzazione e processi operativi delle società sportive
Martedì 21 marzo - Fundraising delle società sportive
Sabato 25 marzo - Gestione di una società sportiva
Martedì 28 marzo - Bilancio e performance
Sabato 1° aprile - Marketing e organizzazione degli eventi
Martedì 4 aprile - Diritto e contratti dello sport
Sabato 15 aprile - Lo sport sostenibile
Martedì 18 aprile - Comunicazione e social media
Ecco l'elenco dei docenti coinvolti:
Francesco Citterio - Responsabile Marketing, Comunicazione e Relazioni Istituzionali della In Sport srl ssd
Matteo Gerli - Imprenditore e gestore di impianti sportivi, Enjoy Sport Center Cernusco sul Naviglio (MI)
Marco Gritti - Psicologo, Consulente e Formatore, Bergamo
Federico Loda – Commercialista, specialista in ambito sportivo, Verona
Tiziana Pikler - Giornalista Professionista, Direttrice di L Football
Emanuele Poli - Docente (a.c.) Unimore, collaboratore FC Internazionale e Unione Sportiva Cremonese
Biancamaria Stivanello - Avvocato cassazionista, specializzata in diritto e fiscalità dello sport dilettantistico, Padova
Luca Villa - Ingegnere gestionale ed esperto di gestione, amministrazione ed organizzazione di impiantistica sportiva, Gessate (MI)
A breve, nella sezione Scuola Regionale dello Sport sarà possibile iscriversi all'evento.
Al seguente link, è disponibile la locandina del corso.
Con il secondo posto nella discesa di Kvitfjell, Sofia Goggia ha conquistato matematicamente la vittoria della Coppa del Mondo di discesa libera. Per la sciatrice bergamasca si tratta della quarta vittoria in questa specialità, la tesza consecutiva. Goggia, infatti, si era già aggiudicata la coppa di cristallo delle discesiste nel 2018, 2021 e 2022.
Quando alla fine della stagione manca solo la gara delle finali di Soldeu, grazie al piazzamento alle spalle della norvegese Kaisa Lie (alla sua prima vittoria in discesa), l'Azzurra è arrivata a quota 660 punti, ben 209 in più rispetto alla diretta inseguitrice, vale a dire la slovena Ilka Stuhec.
Il presidente del CR Lombardia, Marco Riva, ha così commentato il successo della Bergamasca: "Faccio i miei complimenti alla nostra campionessa Sofia Goggia per la conquista della sua quarta Coppa del Mondo di discesa libera. In una stagione non facile e costellata da tante difficoltà, è stata capace, ancora una volta, di confermarsi ai vertici mondiali della discesa libera. Si tratta dell’ennesima conferma di una carriera di altissimo livello durante la quale ha regalato a se stessa, alla squadra e a tutti i tifosi trionfi e soddisfazioni. Un traguardo raggiunto, oltre che alle indiscutibili qualità tecniche e fisiche, grazie alle qualità morali, alla forza d’animo, al temperamento e al “cuore” che le permettono di essere una fuoriclasse ed un esempio per tutti i giovani che vogliono affrontare lo sport, non solo lo sci, con la giusta predisposizione. A Sofia, oltre ai già espressi complimenti da parte di tutto il movimento sportivo lombardo che ho l’onore di rappresentare, anche i migliori auguri per tutte le sfide del futuro".
(Foto ANSA)
Lunedì 27 febbraio, presso il Palazzo delle Federazioni di Milano, si è tenuto l’incontro “Sport è legalità”, organizzato in collaborazione tra il CONI Lombardia e l’associazione Libera. Si è trattato del primo di una serie di incontri dedicati al pericolo di infiltrazione delle organizzazioni mafiose nel mondo dello sport. Un incontro durante il quale si è parlato di sport e gioventù come barriera culturale contro la malavita, di interessi mafiosi nelle attività sportive di qualsiasi livello e grado e di come l’influenza economica delle cosche stia invadendo anche il Nord Italia che da sempre si è considerato immune a questa infiltrazione.
Al tavolo dei relatori il presidente del CONI Lombardia, Marco Riva, la referente di Libera Milano, Lucilla Andreucci, il presidente onorario di Libera, Nando dalla Chiesa, e Cesare Giuzzi, giornalista del Corriere della Sera che da tempo si occupa del tema. Era presente anche l’assessora allo sport, Martina Riva, per portare un saluto istituzionale a nome del sindaco Giuseppe Sala.
Ad aprire la serata è stato Marco Riva che ha dato il benvenuto ai presenti e ha ricordato il protocollo firmato a livello nazionale tra CONI e Libera e il rapporto di collaborazione a livello locale. “Per prima cosa – ha detto - dobbiamo sempre pensare allo sport come un elemento positivo, di aggregazione e di cultura, Insieme agli aspetti positivi, non va nascosto, ci sono dei pericoli che dobbiamo tenere in considerazione. Lo sport, per esempio, è un possibile settore di investimento e di opportunità di riciclaggio per le mafie. Per cui, sono necessari controlli sempre più adeguati sia in Italia sia in altri paesi sui soggetti che vogliono acquisire il controllo delle realtà sportive. Non trascuriamo, poi, l’argomento delle scommesse sportive. Su questo, dobbiamo dunque, istituire un tavolo di confronto con Libera e con tutto il nostro mondo per affrontare queste questioni”.
Lucilla Andreucci, poi, ha parlato dell’impegno di Libera per far conoscere ai più giovani la realtà mafiosa portando quasi 10 mila studenti delle medie a fare sport all’interno dei beni confiscati alle organizzazioni criminali. “Quella di Libera è una sfida culturale – ha dichiarato -. Connettersi con i giovani non è mai stato facile e forse oggi lo è ancora di più. Quest’anno, il 19 marzo, a due giorni dalla Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie coinvolgeremo tutti i nostri ragazzi in una tre giorni di sport e faremo indossare loro delle maglie con un numero, in genere il 21, e il nome delle vittime che vogliamo ricordare. Questo perché siamo certi che lo sport può accendere una curiosità, una scintilla e può avere la forza di far conoscere storie e portarle in campo per farle vivere con la vita. Crediamo nella forza dello sport per dare delle opportunità e occasioni di aggregazione.”
Il professor Nando dalla Chiesa, poi, ha esposto alla platea quanto lo sport, non solo a livelli alti, sia sempre più al centro degli interessi delle mafie. “Il rapporto tra sport e criminalità organizzata – ha detto tra le altre cose - è un rapporto storico che è andato allargandosi. Non è un fenomeno nuovo, c’è sempre stato perché le opportunità ci sono, perché può dare denaro, prestigio e potere sociale. Rispetto al passato, però, è una cosa più cosciente che ha cambiato anche l’immaginario della collettività. Quando ero bambino, lo sport era un modo per togliere dal rapporto con la criminalità e la delinquenza, era lo strumento che teneva lontani dalla strada. Ora, può succedere che lo sport avvicini alla criminalità organizzata senza che la famiglia se ne accorga. Oggi coinvolge anche il calcio dilettantistico e, forse, la novità vera è che coinvolge pesantemente anche le realtà del nord. Oggi anche il mondo delle scommesse, e non solo in Italia, coinvolge anche le piccole squadre e non solo per il risultato, ma anche solo per un semplice calcio d’angolo.”
In chiusura ha preso la parola Cesare Giuzzi che da anni studia e scrive di come le varie organizzazioni criminali riescano a inserirsi nello sport a tutti i livelli dal calcio dei dilettanti fino a quello della Serie A. “Al nord ci siamo sempre vantati di avere gli anticorpi nei confronti dei mafiosi, ma le carte dimostrano che non è vero. Se noi ci concentriamo spesso sui capitali delle organizzazioni criminali, di fatto c’è una cosa che vediamo sempre più al nord negli ultimi anni ed è la gestione dell’impresa mafiosa. Non è solo il riciclaggio di capitali. In questo momento, infatti, il business principale di queste organizzazioni è la fatturazione falsa, una cosa che, purtroppo, trova sempre poco spazio anche nella narrazione che si fa sulla stampa”.
A concludere l’incontro, infine, ha provveduto Lucilla Andreucci che ha ricordato che il 21 marzo ci sarà la celebrazione della XXVIII Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime delle mafie che, come detto, inizierà il 19 con lo sport e i ragazzi e che vedrà l’affluenza a Milano di familiari da tutto il mondo a infoltire una grande manifestazione che si concluderà in Piazza del Duomo.
Si è chiusa con grande successo la seconda edizione del percorso formativo promosso dalla Delegazione CONI Monza Brianza e intitolato “Tanti Atleti, Una Sola Squadra”. Il percorso ha previsto tre incontri con 90 presenze di media, con punte fino a 120. In platea tecnici, dirigenti e i giovani atleti di 3 licei sportivi del territorio: il Collegio Villoresi di Monza, il Leonardo da Vinci di Carate Brianza e il Mapelli di Monza. Due le modalità scelte: in presenza, nell’auditorium “E. Ghezzi” della Provincia di Monza e Brianza, e online. Sono stati coinvolti quattro professionisti affermati e specializzati in vari ambiti legati allo sport e 3 campioni che si sono messi in gioco, con le loro testimonianze di pura ispirazione: Vladimir Aceti (atletica), Elena Pantaleo (kickboxing) e Lorenzo Lovato (basket).
“Lo sport parte dalla Testa, attraversa il Cuore e termina nel Corpo”. Questo il filo conduttore dei tre incontri, ognuno con l'abbinata di un esperto e un campione, che riportiamo qui di seguito:
- “Se vuoi arrivare in Testa... allenala! - Gli aspetti mentali e la gestione delle emozioni” (con il mental coach Maurizio Malavasi);
- “Per vincere, mettici il Cuore - tra salute, grinta e resilienza, la ricetta per non mollare e sconfiggere il dropout” (con Caterina Simoncelli, psicologa dello sport e del benessere);
- “Dai Corpo alle tue prestazioni – Nutrizione, cura del fisico e prevenzione infortuni” (con Roaul Aiello, medico dello sport, e Fabio Pelucchi, nutrizionista).
La Germani Brescia ha conquistato la prima Coppa Italia della sua storia grazie al successo per 84-76 sulla Virtus Segafredo Bologna. Prima del titolo conquistato al termine della Final Eight di Torino, la formazione lombarda (che partiva come testa di serie numero 8) aveva ottenuto il suo miglior risultato nel 2018 con la finale persa contro Torino.
A completare il successo il premio MVP è stato assegnato ad Amedeo Della Valle, 29enne guardia di Brescia, che ha messo a referto in finale 26 punti e 6 assist.
Il presidente del Comitato Regionale Lombardia del CONI, Marco Riva, ha voluto così commentare il successo di Brescia: "Mi congratulo con la società Germani Brescia per il traguardo ottenuto nella Frecciarossa Final Eight di Coppa Italia. Un successo frutto del grande lavoro svolto dall'intero gruppo partendo dai vertici societari fino a chi è sceso in campo e passando per chi ogni giorno si impegna per rendere possibili momenti come questi. Dedizione, orgoglio, cuore sono la chiave dei successi più belli e oggi il ruggito della Germani Brescia racchiude al meglio tutti questi valori. Congratulazioni, Leonessa!"
(Foto LBA)