
Grande successo per il torneo internazionale di Scacchi organizzato dalla Società Scacchistica Milanese e intitolato alla memoria di Edoardo Crespi, fondatore del sodalizio nel 1881. Quasi 300 partecipanti ai vari gruppi: moltissimi i ragazzi e le ragazze Under 16, numerosa la pattuglia femminile, e ben 10 Grandi Maestri (il massimo titolo negli scacchi) al via nel Magistrale. [gallery columns="2"] Nelle foto: Jobava con il piccolo Luca Moroni (a sinistra) e Jobava con la campionessa Marina Brunello Classifiche complete sul sito www.scacchisticamilanese.com Da segnalare che il torneo dei Maestri ha visto il netto dominio del georgiano Baadur Jobava (28 anni, giocatore tra i primi 50 al mondo), che ha concluso con otto vittorie e un pareggio, realizzando un punteggio stratosferico che ha suscitato l’interesse dei media e dei siti internet di tutto il mondo. In evidenza nel torneo anche il bergamasco Alessio Valsecchi, 19 anni, che ha conquistato il titolo di Maestro Internazionale (il secondo livello nella graduatoria mondiale). Buone anche le prove della campionessa Marina Brunello (17 anni) e del piccolo milanese Luca Moroni, 11 anni, che ha stupito per la caparbietà e la sicurezza nel gioco. All’inaugurazione è intervenuto il presidente Pierluigi Marzorati.



Il 7 dicembre è comparso un bellissimo articolo sull'Avvenire a firma di Jacopo Della Palma in cui si da una lettura della disciplina schermistica più ampia. Il giornalista intervista Giovanni Lodetti, fondatore nel 2002 assieme a Roberta Ravasi del Circolo della Spada M° Marcello Lodetti, e si fa accompagnare in un percorso storico che affonda le sue radici nel lontano 1987 che ha il pregio di "vivere la scherma" in una dimensione che non è solo quella degli ori olimpici. Tutti infatti conosciamo questa disciplina perchè, puntualmente, ogni 4 anni concorre ad arricchire il medagliere olimpico italiano. Pochi di noi si soffermano però a riflettere quanto può fare questa disciplina se utilizzata da un acuto psicologo clinico dello sport che la reinventa come strumento terapeutico per aiutare la crescita della persona a 360 gradi. L'intuizione vincente dl dr. Lodetti è stata quella di comprendere che la scherma è una disciplina universale e permette a chinque di "dire la sua". Con "chiunque" si intendono sia persone normodotate che diversamente abili di ogni età. La scherma è una disciplina fortemente strutturata e dotata di regole che tutti rispettao e imparano a rispettare. Permette alle persone che la praticano di trovarsi in un setting comune in cui si parla lo stesso linguaggio e che permette a chi lo pratica con "testa" di ottenere risultati gratificanti sotto tutti i punti di vista. Il primo avversario che uno schermitore deve affrontare, normodotato o diversamente abile, è se stesso. E' fondamentale imparare ad avere un colloquio sereno con se stessi, riconoscendo i propri limiti e i propri punti di forza, e lavorare per raggiungere obiettivi misurabili e gratificanti. Nella realtà lombarda l'unica sala di scherma che ha saputo aprirsi in modo efficace ed efficiente a tutte le realtà di atleti è la sala M° Marcello Lodetti: in questo spazio trovano posto atleti normodotati, atleti diversamente abili e atleti ipovedenti e tutti "tirano" tra loro con entusiasmo e determinazione contribuendo ognuno alla crescita del compagno di sala. Vi invitiamo a leggere l' articolo per conoscere meglio questa importante realtà che non desidera rimanere unica ma essere di stimolo affinchè questo modo di operare si diffonda a livello nazionale. Clicca qui per scaricare l'articolo.

Traguardo importantissimo quello raggiunto da Fidaf relativamente allo sviluppo e alla diffusione della disciplina presso il pubblico giovanile: il MIUR, il Ministero dell'Istruzione, dell'Università della Ricerca, ha inserito il football americano, nella sua versione "Flag" cioè il football senza contatto, nel programma di prossimi Giochi Sportivi Scolastici. Un importante tassello nel percorso di sviluppo della nostra disciplina in Italia. Con una circolare di fine novembre, il Ministero ha diffuso presso i Direttori degli Uffici Scolastici Regionali e ai coordinatori regionali degli educatori di educazione fisica, le schede tecniche dei vari sport ammessi tra i quali, appunto il Flag Football. L'inserimento del Flag Football nel panorama degli "Sport Scolastici" non potrà che agevolare le squadre, molte delle quali già attive con programmi propri di flag football scolastico, ad attingere ad un serbatoio di atleti non indifferente con il risultato di aumentare sia la visibilità sia la diffusione del Football Americano partendo dal basso, coinvolgendo quei giovani che saranno gli atleti del domani. Il football scolastico contribuirà sia allo sviluppo del football americano sul territorio, sia al coordinamento tra le varie realtà nazionali che potranno con più facilità condividere le proprie esperienze. SB

Nessuno come Roberta, che ha battuto tutti anche a Montecatini. Dopo due flop, l’ennesimo trionfo: «Stavolta impossibile perdere» «Ero determinata al massimo. Non avrei perso con nessuno... avevo troppi puntini da mettere sulle i». Questo pensiero spunta sulle labbra di Roberta Minet, karateka che ha raggiunto il 30° titolo di campionessa d’Italia. Un’impresa unica. Minet, la leggenda del karate italiano. Un traguardo sudato. Che come un folletto burlone le danzava davanti agli occhi, a portata di mawashi o di kizami, ma al momento opportuno svaniva. Così per tre volte: agli Assoluti 2010 e 2011, e ai campionati a squadre 2010. Un folletto che non ha fatto i conti col carattere bergamasco, e con la caparbietà di Roberta. Un’impresa mai riuscita nemmeno ad atleti riconosciuti fra i migliori al mondo come Guazzaroni, Talarico, Valdesi; fra le donne ne ha in saccoccia una quindicina la barese Stella Bux. Un distacco insormontabile. L’atleta di Gandosso questo primato se l’è cucito addosso a Montecatini ai campionati assoluti a squadre, ai quali Minet ha partecipato con il Gs Forestale: il suo club. Minet ha cominciato a imperversare a 14 anni (ora ne ha 36) vincendo 2 titoli nei cadetti, 2 nelle Speranze, 2 studenteschi, 3 Juniores, 1 Seniores, 8 a squadre, 12 assoluti individuali. A Montecatini è la capitana di campionesse internazionali come Greta Vitelli, Laura Pasqua, Lorena Busà, e la bergamasca Susanna Mischiatti. La Forestale vince, ma non è tutto così scontato, tanto più che alla Forestale manca l’atleta della categoria kg 50, pertanto in ogni gara concede un punto alle avversarie e ha una sola possibilità di sconfitta su quattro atlete in gara. E il rischio di vedere anche stavolta il 30° titolo vaporizzarsi fra le nuvole è stato corso alimentando adrenalina e fibrillazioni. È accaduto nel secondo incontro fra Forestale e Kyhoan Simmi: Minet lascia il posto a Lorena Busà (campionessa d’Italia, mica carneade) che resta impigliata nelle trame dell’avversaria e perde. «Fortuna che Greta Vitelli ce la fa e il conto finale è 3-2 per la Forestale», riferisce, commosso, Claudio Scattini, scopritore e allenatore della Minet al Skc Valcalepio Credaro. Minet disputa due incontri: dapprima regola 5 a 0 l’avversaria del Kodokan Firenze; nel secondo c’è ancora una volta lo zampino del folletto burlone che oppone a Minet la sua compagna di palestra e di tante gare, Veronica Foresti, in prestito al Karate Nakayama giunto alla finale. Una sorte bizzarra: Minet contro Foresti: il duello di tutte le sere nella palestra di Credaro. Ma qui c’è di mezzo l’onore della squadra, il tricolore, e il mito del 30° titolo. Minet rumina pensieri, dubbi e opportunità: vince 3- 0. Campionessa d’Italia con la Forestale anche Susanna Mischiatti, alle gare dopo più di un anno. Susanna vince tre incontri per 1-0 contribuendo al successo di squadra. Veronica Foresti è seconda con la Nakayama, ma il turbine per lei è l’incontro con la «maestra» Minet. Veronica confessa: «Mi alleno tutte le sere con Roberta, ma sul tatami di gara ero confusa, avevo davanti colei che mi ha cresciuta da quando avevo 8 anni». In gara con la Nakayama maschile anche Guido Fenaroli (scuderia Scattini) che vince i suoi tre incontri ma non fanno altrettanto i compagni di squadra: quinto posto finale. EC