Cala il sipario sulla tre giorni svoltasi ad Adria, dove l'Autodromo ha ospitato le pedane della Coppa Italia Cadetti, ultima gara in cui guadagnarsi le qualificazioni per i Campionati Regionali di categoria. Nelle tre giornate dal 15 al 17 Aprile, si sono avvicendati oltre ottocento atleti alle 6 armi, e non sono mancati alcuni eccellenti risultati per i Lombardi: nel FF trionfa al primo posto Sofia Bottazzo (Comense Scherma), mentre Letizia Bignotti (Club Scherma Leonessa) è 8a; nella SPM si ferma alla diretta per i quattro Diego Amedeo Certo (Scherma Cariplo Piccolo teatro Milano) piazzandosi 6°; nellaSPF infine, terza a pari merito Margherita Bruno (CdS Mangiarotti) e 7a Annalisa Pasquali (Scherma Bresso).
Nota: Articolo di Luca Di Bartolo, redazione Web CR FiS Lombardia
Cielo coperto ma niente pioggia ieri, 17 aprile, a Vigevano per celebrare la chiusura della seconda edizione del Challenge Nazionale Assoluto di staffette organizzato dall’Atletica Vigevano allo stadio Dante Merlo.
La Lombardia, dopo i cinque successi in sei specialità nella prima giornata, si accontenta di una sola vittoria “di tappa” ma conquista tre dei quattro trofei nazionali di settore messi in palio.
In campo femminile la Bracco Atletica completa la tripletta nel Gruppo Velocità vincendo anche la 4x200 con Sabrina Galimberti, Annalisa Spadotto Scott, Marta Maffioletti e Daniela Tassani, autrici di un 1:38.76 decisamente probante alla luce anche dell’età del quartetto (Tassani è junior, Galimberti e Spadotto appartengono alla categoria Promesse): seconda come nella 4x400 è ancora l’OSA Saronno. Dal punto di vista statistico la prestazione delle saronnesi, 1:41.27, merita comunque una sottolineatura: l’OSA Saronno schierava tre atlete su quattro (Corbella, Perini e Proverbio) e la miglior prestazione italiana Juniores di società è 1:41.5 manuale della Libertas Torino datata 15 giugno 1976. Tornando alla Bracco il club milanese vince a mani basse il trofeo della Velocità femminile ma si ferma a tre vittorie contro le quattro a Jesolo 2015: nella 4x800 infatti è una grande prova della Libertas Arcs CUS Perugia con Giulia Giorgi, Gloria Guerrini, Giulia Renzini e Laura Marchesini a sparigliare le carte e a superare la Bracco 9:08.41 a 9:13.88. Il successo nel trofeo del Mezzofondo va alla Nuova Atletica Fanfulla, terza nella 4x800 dopo il secondo posto nella 4x1500.
“Tappa e maglia” per l’Athletic Club 96 Bolzano nella Velocità maschile. Nella 4x200 i lombardi Gabriele Buttafuoco e Isalbet Juarez assieme a Raffaele Fusaro e Fabio Squillace consegnano la vittoria al club bolzanino davanti alla Pro Sesto: 1:27.24 a 1:27.54 (out la Brixia Atletica vincitrice ieri della 4x100 per un errore al primo cambio). Con 144,5 punti la società altoatesino vince il trofeo dedicato alle staffette veloci. Densa di emozioni infine la 4x800 uomini, dove si assiste a un duello per la vittoria nella singola gara e a una sfida per il titolo di settore. A imporsi sul traguardo (con Francesco Montagna, Leonardo Tesini, Nicolò Olivo e Alessandro Dal Ben) è l’Atletica Insieme New Foods di Verona, che supera di sette decimi (7:51.30 a 7:52.01) l’Atletica Chiari, cui non basta la grande seconda frazione di Abdellah Zahouan. Per il terzo posto la spunta invece per tre secondi l’Atletica Vighenzi Padenghe sul Club Sportivo San Rocchino: i due sodalizi si trovano così con 95 punti a testa e con i medesimi piazzamenti (Vighenzi Padenghe terza nella 4x800 e quarta nella 4x1500, San Rocchino terzo nella 4x1500 e quarto nella 4x800) e sono così classificati come vincitori ex aequo del trofeo delle staffette del mezzofondo.
La Pomì Casalmaggiore ci stupisce ancora una volta e dopo aver vinto a sorpresa il suo primo scudetto la scorsa stagione, quest'anno va ancora più in alto e si laurea campione d'Europa alla sua prima partecipazione a una coppa europea! Per Massimo Barbolini è la terza Champions League in carriera dopo quelle del 1996 con Matera e quella del 2006 a Perugia, ma ora non aspetterà altri dieci anni per fare poker. Per Francesca Piccinini questa è addirittura la sesta Coppa dei Campioni dopo le cinque con Bergamo e stasera è stata anche eletta MVP.
Grandi elogi per tutte le ragazze rosa, dal libero Imma Sirressi, che le ha prese veramente tutte, alle americane Gibbemeyer e Lloyd, e poi ancora Stevanovic e Kozuch e ovviamente la capitana Tirozzi.
Ricordiamo che la Pomì, dopo aver superato la fase a gironi da prima della classe, è stata scelta come società organizzatrice della Final Four, anche se come palazzetto è stato scelto il PalaGeorge di Montichiari e non il PalaRadi di Cremona perché troppo piccolo per un evento del genere. Le rosa hanno dimostrato di aver strameritato questo successo eliminato in semifinale la temibile Dinamo Kazan per 3-0 e ottenendo lo stesso risultato in finale contro le turche del VakifBank Istanbul di Giovanni Guidetti, che con questa squadra ha vinto la Champions già due volte.
Bravissime e complimenti da tutto il CONI Lombardia.
Il 9 aprile dalle 14.30 in poi l'oratorio San Tarcisio di Covo ha ospitato la finale interregionale dei giochi sportivi studenteschi di dama, organizzata dal circolo damistico "Adriano Locatelli".
La dama è presente in Lombardia con molti circoli e con molte scuole che hanno aderito, tramite il Miur, al progetto dama nelle scuole.
Tale corso permette ai ragazzi che hanno aderito di partecipare alle finali interregionali.
A Covo si sfideranno i migliori giocatori under 18 presenti su territorio lombardo ed emiliano e la squadra che si classificherà al primo posto per ogni disciplina e per ogni gruppo di appartenenza avrà la possibilità di accedere alle finali nazionali, che quest’anno si svolgono a Perugia nel mese di maggio.
I gruppi in cui saranno divisi i ragazzi sono: dama italiana elementari, dama italiana medie, dama internazionale elementari, dama internazionale medie.
Pubblichiamo dal sito FIDAL Lombardia:
È scomparso a 96 anni stamane a Milano Carlo Monti, il decano tra i campioni dell’atletica lombarda: era nato il 24 marzo 1920.
Ci saluta l’ultimo testimone di un’epoca atletica ruspante e per certi versi romantica, temprata dalla durezza e dalle privazioni degli anni più bui del Novecento italiano: quella che proprio in questi giorni è stata riportata alla luce dall’uscita nelle sale cinematografiche italiane di Race-Il Colore della Vittoria, il film sulla vita di Jesse Owens. Come l’icona americana anche lo sprinter milanese dalle buchette scavate nella carbonella sarebbe arrivato fino alla gloria di un podio olimpico, terzo frazionista di un’Italia che a Londra 1948 seppe conquistare il terzo posto nella 4x100.
Monti inizia la propria avventura atletica al secondo anno di ginnasio al Liceo Classico Carducci di Milano con i Ludi Juveniles e dei Giovani Fascisti: un professore di educazione fisica lo porta al Giuriati, dove incontra personaggi del calibro di Caldana e Gonnelli, che di lì a poco sarebbero approdati all’argento olimpico nella 4x100 a Berlino 1936. Un altro componente del quartetto berlinese, Orazio Mariani, lo chiama “urfanel” con disprezzo: il 21 luglio 1940 Monti si prende la rivincita battendo Mariani sui 100 proprio all’Arena e la sua carriera prende slancio. Nel 1941 arriva la prima chiamata in Nazionale, agli Europei di Oslo 1946 la prima medaglia prestigiosa, il bronzo nei 100 metri con il tempo di 10.8: «Ci arrivammo dopo un viaggio tragico durato tre giorni…cose di quei tempi!» dichiarerà in un’intervista. L’apogeo del percorso atletico di Monti coincide con i Giochi della ricostruzione. Londra 1948, il CT era Giorgio Oberweger: «Eravamo pieni di entusiasmo - ricorderà poi Monti -. A Milano ci caricarono in treno e poi in nave. Sbarcati in Inghilterra ci sono venuti a prendere con un bus e ci hanno portato al villaggio olimpico: un campo con tante casette che, durante la guerra, avevano ospitato i feriti. Ricordo che mentre noi brontolavamo per l’ambiente davvero spartano, Teseo Taddia, martellista, era riuscito come al solito ad accalappiare una ragazza bellissima!». Nella finale della staffetta gli azzurri Carlo Monti, Michele Tito, Enrico Perucconi e Antonio Siddi saranno bronzo in 41"5 dietro ai due Paesi leader dello sprint, Stati Uniti e Gran Bretagna.
La chiusura della carriera atletica nel 1954 non coincide con l’uscita dal mondo dello sport: “Carletto”, laureato in chimica, già a 20 anni aveva iniziato a collaborare con alcune testate giornalistiche scrivendo di calcio e, al termine dell’attività agonistica, diventa cantore di gesta atletiche e appassionato scrittore (decisamente apprezzato il suo libro Cento per Cento sui cento anni della 100km di marcia), trasmettendo la propria vocazione al figlio Fabio, conosciuta firma del Corriere della Sera. Dalle sue iniziative sono nati tanti apprezzati annuari della SNIA, storico club milanese capace di incette di scudetti ai Campionati di Società.
«Ai giovani direi che nulla vi è di più bello del soffrire e del gioire per una vittoria personale - il pensiero espresso dall’ex azzurro a Giuliana Cassani in una delle ultime interviste -. Io partivo con i piedi nelle buchette, oggi si parte con i blocchi, ma la tensione e l’emozione in attesa del colpo di pistola sono esattamente le stesse che accomunano generazioni di atleti». Valeva per i velocisti degli Anni Quaranta, vale per quelli di oggi, varrà per tutti chiunque si avventurerà nello sprint dell’atletica leggera. Ciao, Carletto…e grazie!
CESARE RIZZI