Impresa compiuta: il Bc Milano è tra le prime 8 squadre d'Europa. Risultato raggiunto grazie alla vittoria di oggi sul Bc Uzwil, club Svizzero.
Ad Amiens, agli European Club Championship, è andato in scena oggi il match forse più importante della stagione del club milanese. Gli italiani non partono bene, sotto di due punti dopo i primi due singolari persi da Tanja Scanferla contro Cendrine Hantz e da Rosario Maddaloni contro Iztok Utrosa.
Il primo punto per il Bc Milano arriva nel doppio femminile, dove Megumi Sonoda e Miss Thanaporn Tosangchai vincono in due set (22-20/21-8) sulla coppia Hantz-Pelling. Il doppio maschile viene vinto dal club svizzero, contro la coppia Maddaloni-Kantioler. La svolta per il Bc Milano arriva prima con il doppio misto chiuso in due set dalla coppia Putro-Sonoda poi con la grande rimonta nel singolare femminile di Tosangchai che, dopo aver perso il primo set, gioca uno spettacolare secondo set e vince il terzo (12-21/25-23/21-13), portando il Bc Milano a pari punteggio con il Bc Uzwil. Sul 3/3, tutto si decide con l'ultimo singolare maschile, tutto è nelle mani del giovane Wisnu Putro, che non delude, e gioca un match esemplare, chiudendo in due set (21-9/21-8) contro lo svizzero Nicolas Blondel.
Il Bc Milano entra nella storia, passando il girone e qualificandosi tra le prime otto squadre in Europa, come mai era riuscito a fare un club italiano prima d'ora.
Luca Crippa (Badminton Club Milano)
Si è svolto ieri presso la Sala Radetzky di Palazzo Cusani il convegno dal titolo “EXPO: Un’opportunità per uno smart sport Olimpico. Lo Sport efficienta Expo”, organizzato dal Comitato Regionale Coni Lombardia, dalla Scuola Regionale dello Sport e da Sporte2, Energy Efficiency for Sport Facilities. Al convegno, dopo i saluti del Comandante Militare dell’Esercito in Lombardia Generale di Brigata Antonio Pennino, sono intervenuti: il Presidente del CONI Giovanni Malagò, il Governatore della Regione Lombardia Roberto Maroni, il Sindaco del Comune di Milano Giuliano Pisapia e l’Assessore con Deleghe allo Sport e Tempo Libero della Provincia di Milano Cristina Stancari. Nella seconda parte il convegno ha visto gli interventi di Donato Zangani, coordinatore del progetto Sporte2, Gian Marco Revel, Università Politecnica delle Marche, Loredana Ruggieri, PVB Solutions Spa, e di Pier Luigi Marzorati, Presidente del Coni Lombardia, che ha illustrato i progetti che il Comitato Regionale sta cercando di pianificare in vista di Expo.
Si è svolta lunedì 23 giugno 2014 presso la Sala A del Palazzo CONI di via Piranesi la presentazione della ricerca vincitrice del Premio Alberto Madella 2013 dal titolo: “Group Coach Leadership Questionnaire (GCLQ): la leadership in un’ottica costruttivista”. L’evento è stato organizzato dalla Scuola Regionale dello Sport al fine di promuovere l’ottimo lavoro svolto dal prof. Patrizio Pintus, docente della SRdS, e della dott.ssa Elisa Morosi, psicologa dello sport. Dopo i saluti istituzionali del Presidente del Comitato Regionale Coni Lombardia Pier Luigi Marzorati e del Direttore della Scuola Regionale dello Sport Marco Riva, la presentazione è stata introdotta dall’intervento di Claudio Mantovani, referente scientifico dell’area tecnica della Scuola dello Sport CONI Servizi e membro del Comitato Scientifico del premio A. Madella, il quale ha voluto sottolineare come «non ci possa essere scuola senza ricerca» e di come nell’attività sportiva le componenti psicologiche giochino un ruolo chiave. Dopo essere stati presentati dalla dott.ssa Adriana Lombardi, psicologa, docente della SRdS e per l’occasione moderatrice della serata, i due psicologi dello sport hanno illustrato il loro lavoro, che si basa sul confronto tra il punto di vista degli atleti e quello degli allenatori circa l’importanza e l’effettiva presenza della leadership nelle squadre, distinta tra leadership tecnica e leadership emozionale. Lo strumento utilizzato nella ricerca è il GCLQ, ideato nel 2011 dai due psicologi, validato negli anni tramite analisi scientifiche, anche grazie all’aiuto di diverse squadre sportive di altissimo livello coinvolte nella ricerca, tra cui una squadra di pallacanestro Serie A, una di calcio Serie B, una di pallanuoto Serie A, una di pallacanestro in Carrozzina Serie A1 e la Nazionale pallacanestro in Carrozzina, per un campione di 74 atleti e 10 allenatori. Carlo Recalcati, ex allenatore della Nazionale Italiana di Pallacanestro e attuale coach della Reyer Venezia, Dionigi Cappelletti, Direttore Tecnico delle Nazionali Maschili di Pallacanestro in Carrozzina, e Marco Flutti, Direttore Sportivo della Como Nuoto, hanno fornito una loro testimonianza circa i risultati della ricerca, oltre a utili suggerimenti per eventuali futuri sviluppi della suddetta ricerca, che li ha visti partecipare assieme alle loro squadre. Nelle loro parole si legge accordo soprattutto sul fatto che «le motivazioni e la psicologia fanno la differenza», oltre al fatto che la psicologia oggi sta acquisendo un ruolo di sempre maggiore spicco anche nel mondo dello sport, manifestando così la loro apertura a questa nuova figura. Infine sono stati interpellati sul tema anche alcuni atleti come Daniele Gilardoni, undici volte campione del mondo di canottaggio, Daniela Masseroni, medaglia d’argento in ginnastica ritmica ad Atene 2004, Anzhelika Savrayuk, medaglia di bronzo in ginnastica ritmica a Londra 2012, e Matteo Riva, pallavolista professionista della Cassa Rurale Cantù, che hanno portato la loro esperienza a supporto della tesi descritta nel lavoro dei due psicologi. I tanti presenti che hanno riempito la Sala A del Palazzo CONI Lombardia hanno così potuto assistere ad un dibattito su un tema parecchio interessante a livello sportivo.
In occasione del XX Congresso dell’Associazione Italiana Psicologia dello Sport (AIPS), tenutosi dal 23 al 25 maggio 2014 a Rovereto (TN), è stato presentato uno studio pilota sulla prevenzione del fenomeno dell’abbandono (drop out) dello sport nelle adolescenti. Lo studio è il frutto della collaborazione tra lo SPAEE (Servizio di Psicologia dell’Apprendimento e dell’Educazione) dell’Università Cattolica di Milano e della Scuola dello Sport del Coni- Regione Lombardia.
In Italia la percentuale di abbandono sportivo è particolarmente alta e comunque superiore agli indici di molti altri paesi europei (Istat, 2011). Alla luce dello stato dell’arte, lo studio si propone di identificare e comprendere le dinamiche e i fattori che entrano in gioco quando un giovane atleta decide di abbandonare la pratica sportiva, anche in considerazione dell’incidenza della tipologia di attività praticata (sport di squadra vs. individuale).
Hanno partecipato a questa prima fase dello studio 157 ragazze lombarde di età compresa tra i 14 ed i 18 anni, cui sono stati somministrati una serie di questionari, tra i quali la Sport Motivational Scale (Pelletier et al, 2013; Traduz. it. Cantoia, Crippa, Simoncelli e Vagli, 2014) e lo Sport Competition Anxiety Test (Martens, 1977).
Dai risultati emerge una netta differenza tra atlete che praticano sport individuali e di squadra: negli sport individuali le ragazze sono meno motivate o motivate in modo meno costruttivo, subiscono maggiormente la pressione dell’ansia e tendono a deresponsabilizzarsi rispetto agli esiti dell’attività. Inoltre, in situazione di competizione, queste atlete risentono negativamente del supporto esterno della famiglia e degli amici. Per converso, sembrerebbe emergere un effetto motivante della squadra: la condivisione dei vissuti esercita un’influenza positiva sulla percezione di sé e porta ad una maggiore assunzione di responsabilità.
Queste prime analisi sembrerebbero quindi indicare un maggiore rischio di drop out negli sport individuali e la necessità di interventi di empowerment personale per queste atlete.
Nell’attesa della pubblicazione dello studio, queste prime indicazioni possono aiutare gli addetti ai lavori nell’individuare quegli tipologie di attività e quelle atlete più a rischio, in modo tale da poter intervenire sostenendo quelle aree critiche che i primi dati portano alla luce.
Maria Chiara Crippa, Caterina Simoncelli, Matteo Vagli
Albert Ramos-Vinolas è il vincitore della nona edizione del Trofeo CDI (Centro Diagnostico Italiano) - Aspria Tennis Cup. Il Challenger Atp dell'Harbour Club di Milano ha incoronato per la seconda volta il mancino spagnolo, dopo la vittoria nel 2011. Nella finale tutta catalana, entrambi i giocatori sono infatti di Barcellona, a farla da padrone è stato proprio Ramos, capace nel primo set di andare avanti di un break nel quinto gioco per poi chiudere il parziale senza difficoltà 6 giochi a 3. Nel secondo Ramos ha subìto la reazione di Riba, che nonostante un fastidio alla coscia sinistra, è volato sul 5-1 prima di incepparsi al momento di vincere il set. Ramos ha approfittato del momento no dell'avversario segnando un parziale di 6 giochi a 0 e chiudendo l'incontro 6-3 7-5 in un'ora e 39 minuti. “Conosco Riba fin da quando eravamo junior - ha commentato il vincitore a fine match -, abbiamo giocato tante volte insieme. Sapevo della difficoltà del partita e quando lui ha avuto un problema e ha cominciato a cambiare gioco e spezzare il ritmo mi sono ritrovato sotto 1-5. Per fortuna sono riuscito a recuperare e giocare bene nel momento decisivo. La settimana - ha aggiunto Ramos - è stata dura fin dal primo turno con Thompson, ma sono davvero contento di aver vinto qui dopo il 2011; a Milano mi trovo bene e spero un passo alla volta di rientrare tra i top 100 prima e poi di crescere ancora”. A Milano è stata la quarta vittoria spagnola dopo quelle di Ventura nel 2007, dello stesso Ramos nel 2011 e di Tommy Robredo nel 2012.
Soddisfazione evidente sul volto e nelle parole di Massimo Lacarbonara, direttore del torneo: “Sono molto contento di come è andata la settimana, con il vincitore che dà sicuramente prestigio all'albo d'oro. Per me è stata la prima esperienza da direttore ed è andata davvero bene sotto ogni punto di vista. Per la decima edizione cercheremo di fare ancora meglio, insieme al supporto di Makers”. Entusiasta anche Andrea Casasco, direttore sanitario di CDI - Centro Diagnostico Italiano - main sponsor della manifestazione: “Lo sport per noi è prevenzione e salute, il tennis è bellissimo e racchiude l'essenza del nostro impegno. Per noi è grande piacere collaborare con Harbour Club per la realizzazione dell'evento”. Gli fa eco Carlo Alagna, direttore organizzativo: “In questa settimana - ha commentato - abbiamo assistito a numerosi incontri di qualità e abbiamo ammirato sia campioni affermati sia giovani di grande talento. Inoltre c'è stata una grande risposta da parte del pubblico, con il tutto esaurito per la semifinale con in campo l'italiano Cecchinato e per la finale spagnola. Siamo davvero soddisfatti - ha proseguito -, ringraziamo tutti gli sponsor che hanno permesso lo svolgimento dell’evento, auspicando per la decima edizione del prossimo anno, concomitante con l'Expo, il supporto da parte delle istituzioni”.