
I fondi già destinati al rimborso saranno integrati per coprire interamente il 2012 e verranno incrementati di circa 1,5 milioni per il 2013 (arrivando a un totale di 14,5 milioni). E’ quanto è stato stabilito nel corso di un incontro organizzato dall’assessore allo Sport e Giovani della Regione Lombardia Filippo Grassia, nella giornata di lunedì 12 novembre, a cui hanno partecipato anche Maurizio Casasco, della Federazione medico sportiva italiana nonché presidente di Api Brescia, e i direttori generali della Sanità Carlo Lucchina e dello Sport e Giovani Gianni Ferrario, per risolvere la criticità segnalata da alcune strutture sull’esaurimento dei fondi.

Convegno scientifico-sportivo di formazione e aggiornamento per medici, dirigenti sportivi, laureati in scienze motorie e istruttori afferenti a diverse discipline sportive 15 dicembre 2012 - Palazzo CONI Lombardia, Via Piranesi 46, Milano
Il termine ergonomia deriva dalle parole greche “érgon” e “nomos” e significa letteralmente “governo o regola del lavoro”. Usato per la prima volta da Wojciech Jastrzębowski in un giornale polacco nel 1857, venne inteso inizialmente come “scienza dell’utilizzazione delle forze e delle capacità umane” finalizzata a studiare e risolvere le problematiche che vengono a crearsi nell’interazione tra uomo e ambiente in ambito lavorativo in modo da far rispettare in fase di produzione e progettazione una serie di norme in grado da una parte di tutelare la salute del lavoratore e dall’altra di incrementare l'efficienza del sistema uomo-macchina nel suo insieme. Amalgamando sapientemente le competenze di molteplici discipline (come ad esempio la fisica, la chimica, la conoscenza dei materiali, l’antropometria, la statistica e il marketing), l’ergonomia ha in seguito rapidamente ampliato i suoi campi di applicazione a svariate attività umane fornendo valide e pratiche soluzioni in molteplici ambiti che spaziano dall’informatica, all’architettura e perfino allo sport.
Sebbene la sua applicabilità e utilità in quest’ultimo campo sia relativamente recente e comunque in continua fase di sviluppo, è bene che gli operatori sportivi inizino a ragionare in modo ergonomico e a sviluppare competenze specifiche al fine non solo di raffinare il gesto sportivo ma anche di progettare e utilizzare al meglio sia gli attrezzi che gli spazi sportivi.
PROGRAMMA SCIENTIFICO
08.45 Saluti di benvenuto
SESSIONE INTRODUTTIVA 09.00 Ergonomia: what is it ? Prof. Andrea Lupacchini
09.45 Biomeccanica e cinesiologia del corpo umano: applicazioni alla danza moderna attraverso l’analisi di alcune sigle televisive degli anni Ottanta Prof. Massimiliano Noseda
SESSIONE ERGONOMIA E PRATICA SPORTIVA 11.00 Ergonomia dello sport: progettare e scegliere l’attrezzatura sportiva Prof. Andrea Lupacchini
11.45 Allenarsi coi pesi: sistematica degli esercizi e considerazioni ergonomiche Prof. Massimiliano Noseda
SESSIONE SPORT E PROGETTAZIONE 13.00 Progettare ambienti ergonomici in ambito sportivo Prof. Andrea Lupacchini
13.45 Ergonomia e disabilità Prof. Massimiliano Noseda
14.30 Saluti finali e consegna attestati

10 novembre 2012 - Con una grande prova di forza Davide Viganò ha conquistato oggi pomeriggio al Velodromo Fassa Bortolo di Montichiari (Brescia) il titolo di campione d'Europa della gara derny, la spettacolare specialità che si corre dietro moto leggere, prova che è stata organizzata dalla SMO di Fabio Perego.
L'azzurro, guidato dall'esperto Cordiano Dagnoni, è stato autore di una prova maiuscola ed ha affrontato la finale (40 km) a 61,800 km/h; al comando fin dalle prime battute Viganò non ha mai lasciato spazio agli avversari più diretti, l'olandese e campione europeo uscente, Peter Schep e il danese Jesper Morkov.
Le ultime fasi di gara hanno letteralmente infiammato il folto pubblico presente al velodromo che ha avuto modo di ammirare una lunga serie di attacchi e contrattacchi al cardiopalmo.
Nonostante questo Davide Viganò è riuscito a mantenere la leadership della gara e ad imporsi in uno sprint molto serrato sul danese Jesper Morkov, guidato da René Dupont, e sul campione europeo uscente e grande favorito della vigilia, l'olandese Peter Schep che ha corso alla ruota del derny dell'esperto Joop Zijlaard.

Si è chiusa nel migliore dei modi per la Lombardia l’avventura al torneo internazione di tennis tavolo disputato nel week end a Varazdin, in Croazia, con Matteo Mutti (nella foto) che centra un successo importantissimo laureandosi campione nella categoria ragazzi dove il giovane atleta tesserato con Castel Goffredo riesce a conquistare la medaglia d’oro. Il trionfo finale di Matteo Mutti va ad aggiungersi agli altri conquistati negli scorsi giorni dagli atleti della regione, con la Lombardia che torna a casa con l’oro nel tabellone cadetti maschile, conquistato dalla coppia Matteo Mutti-Daniele Pezzi, e con quello nella categoria mini cadet femminile grazie a Claudia Taboni e Elisa Armanini. Di Bronzo sono invece Alessandro Cicchitti e Daniele Volpe, terzi nel mini cadet maschile. Elisa Armanini e Alessandro Cicchitti fanno poi il bis centrando il bronzo anche nella prova di singolare prima del successo di Matteo Mutti che chiude nel migliore dei modi l’avventura internazionale in terra croata degli atleti della Lombardia.
Il Comitato Fitet della Lombardia ringrazia per gli ottimi risultati tutti i componenti della spedizione in Croazia (tra parentesi le società di appartenenza): Daniele Pezzi (Sterilgarda), Matteo Mutti (Sterilgarda), Alessandro Cicchitti (Pieve Emanuele), Daniele Volpe (Olgiate Olona), Elisa Armanini (Sterilgarda), Claudi Taboni (Alto Sebino), Marcella Delasa (Alto Sebino), Sofia Mescieri (Asola). Un sentito grazie va anche ai tecnici Antonio Gigliotti (per i ragazzi) e Oana Copaci (per le ragazze).

11 novembre 2012 - Una triste notizia ci ha raggiunto in serata. E’ purtroppo mancato Carlo Venini, il coach per tutti i suoi atleti che, nei tanti anni di attività, hanno vestito la maglia bianco-azzurra della Pro Sesto Atletica la società che lui fondò nel 1957, con Luigi Messedaglia, come ramo della Pro Sesto Calcio ma che ben presto divenne autonoma. Una società molto amata da Venini, classe 1922, un carisma che ha affascinato e guidato centinaia di atleti molti tra i quali hanno fatto la storia del mezzofondo italiano negli anni ’60-’70: dal grintosissimo Francesco Bianchi (800 e 1.500) che Venini ha curato e plasmato fino a lanciarlo nel panorama internazionale, a Gian Franco Sommaggio (3.000 siepi), Antonio Ambu (5.000 e 10.000 metri) e i talentuosi Giuseppe Fontanella e Giorgio Reggiani fino ai più giovani Giancarlo Arisi e Paolo Donati. Oltre ad Ambu, che nei 10000 agli Europei di Belgrado fece il record italiano, anche Bianchi, chiamato affettuosamente Cecchin, nel luglio del 1963 fece un’impresa: a Trieste riuscì a battere di 3 decimi, con 1:48.7 lo storico record italiano di Mario Lanzi durato 24 anni. Ma Venini non centrava grandi risultati solo nel mezzofondo: anche l’ostacolista azzurra Letizia Bertoni, la 400sta Armida Guzzetti Giumanini e l’altista Gilda Cacciavillani e in seguito Patrizia Lombardo affinarono il loro talento sotto le sue cure tecniche. Per molti suoi atleti, tra i quali sicuramente la quattrocentista Giuseppina Perlino o Rudy Tavana e Frederic Peroni, divenuti poi medici sportivi, o il fisioterapista Mario Ruggiu, o il tecnico Vincenzo Leggieri, è stato un padre, o forse di più.
Mai disposto ai compromessi, fedele ai suoi principi, il Coach fu un vero precursore capace di promuovere una rivoluzione nel mezzofondo nazionale. Adottò metodiche all’avanguardia nei paesi del nord Europa in contrapposizione alle linee federali di allora: fu tra i primi a portare i suoi ragazzi in raduno a Volodalen, in terra svedese, alla scuola di Gosta Olander. Nei tanti anni in cui fu l’anima della Pro Sesto, orgoglioso di non volere sponsor, Venini lottò per la dignità dei tecnici e, fondatore di Assital, l’associazione italiana dei tecnici di atletica leggera, con Adolfo Rotta, oggi presidente del sodalizio bianco-azzurro, e Sandro Donati lottò con tutte le sue forze contro il doping per un atletica sana, corretta e leale. Grande fu il suo contributo di idee per la rivista “Atletica Leggera”. In questi ultimi anni Venini, residente a Milano a due passi dall’Arena Civica, in via Palermo tuttora sede sociale, amava vivere, con sua moglie e sua ex atleta Gabriella Buizza, alcuni periodi tra i vigneti di Mombercelli in provincia di Asti dove gli amici, tra i quali anche Renato Piccinelli medico sociale della Pro Sesto, si recavano a trovarlo. Un traguardo quello dei 90 anni trascorsi in prima linea, anche a livello politico, tra grandi gioie e grandissimi dolori come quello vissuto per la morte della prima moglie Carlangela nell’incidente stradale del 1962 o del pupillo Francesco Bianchi, mancato prematuramente a soli 37 anni nella ‘sua’ Arena il 20 settembre del 1979. A salutarlo ci sarà chi del nostro mondo ha avuto il piacere di confrontarsi con un uomo che nella promozione della cultura del nostro sport credeva molto e i tanti affezionati atleti. Burbero ma di una fine sensibilità, quando capiva che qualcosa non andava, era sempre pronto a dire: “se gh’è, cum’è, perché”. Una frase che ci risuonerà nella mente con tanta nostalgia.