
Foto (Seyb ©) AMSTERDAM, 25 luglio 2011 - La ruota gira per tutti. Anno dopo anno. Prende finalmente il verso giusto per Matteo Pinca, capovoga del quattro senza pesi leggeri under 23 che balla sul mondo. Il 7 novembre 2010 e' stato un giorno felice per lui dopo il bronzo nell'otto leggero. Primo Mondiale "da grande", prima medaglia. In questo week end occorreva spezzare la maledizione dei quarti posti (tre dal 2007 al 2010) nelle rassegne iridate giovanili. Dalla calda Nuova Zelanda alla fredda e piovosa Olanda per chiudere definitivamente i conti con la malasorte. Una volta per tutte, sotto un acqua scesa dal cielo come segno di benedizione o investitura. Potrebbe esser interpretato diversamente? Leggera o pesante, e' la barca degli Dei che ogni tanto si fan sentire. Ora il cartone accumulato negli anni gli sarà utile per custodire l'oro di Amsterdam. Un messaggio per lui, ma anche per Marcello, Luca e Catello. C'era anche Nicoletti quella mattina di un anno fa in Bielorussia quando per 63 centesimi la Germania (i ragazzi oggi quarti nella loro stessa gara) impedì lo schiudersi della porta del sogno. E c'era anche due anni fa in Repubblica quando il loro quattro senza pagò a carissimo prezzo un errore in partenza e, nonostante una pazza rimonta, mancò di un soffio l'accesso alla finale. Quel giorno entrambi asciugarono le lacrime tra le braccia del Mito: Giuseppe Moioli. Colui che ha preso per mano loro e Martino Goretti, capovoga del quattro senza leggero in odore di Olimpiade, facendoli diventare canottieri e uomini. In quella plumbea Bielorussia due ragazzi campani approdarono al pontile della premiazione con una smorfia di leggero disappunto. Catello Amarante e Luca De Maria volevano vincere insieme a Luca Motta e Corrado Regalbuto. A 300 metri dal traguardo, dopo esser stati a lungo primi, furono costretti a lasciare scettro e corona alla Gran Bretagna. Nessun problema, si sono rivisti ad Amsterdam. Luca e il desiderio del successo, trasmesso anche dalla chioccia Armando Dell'Aquila con cui quest'anno ha già effettuato due bronzei brindisi in Coppa del Mondo. Primo cin cin assieme a Pinca a Lake Karapiro. Catello Amarante: nome e cognome, ma anche le caratteristiche del cugino-guerriero di Castellammare che in questa specialità ha conquistato il bronzo ad Atene nel 2004 e diverse medaglie mondiali. Le strade di questi quattro ragazzi non potevano non incrociarsi. Altro che la Germania, folle nel provocarli poco prima dei 1500 e costretta poi alla fine dei famosi pifferai di montagna. Altro che Gran Bretagna, addirittura trafitta dal gioco di punte della semifinale. Altro che Spagna, altro che Francia. Avessero pure avuto un pallone tra i piedi, con questa fame e questa voglia, i golden four avrebbero pure scoppiato il Real Madrid dei tempi belli. FC

Marco Turcatti in sella ad una BMW R 1200 Gs Adventure, raggiungerà in solitaria il Paese di Gengis Khan. Partito il 17 luglio, ritornerà il 30 agosto dopo aver percorso 25000 km Una moto, tre borse, un Gps, un telefono satellitare, una macchina fotografica e tanta, tanta, voglia di avventura. Marco Turcatti, 45 anni di Venegono Inferiore (Va) è scattato domenica 17 luglio alla volta della Mongolia. Andata e ritorno, 25000 km, metro più metro, un viaggio in solitaria che toccherà diversi Paesi (l’Austria, l’Ungheria, la Russia, L’Ucraina, la Lettonia, la Lituania, la Polonia, la Repubblica Ceca, la Germania e la Svizzera). Turcatti ha scoperto la moto per caso (in una ‘cavalcata’) e se ne è subito innamorato. Un amore così forte e profondo che lo ha portato, quest’anno, ad organizzarsi un viaggetto di tutto rispetto: Mongolia andata e ritorno. In sella alla fida BMW R 1200 Gs Adventure del 2010 avrà un bagaglio leggero: nelle tre capienti valige ci sarà tutto il necessario per un viaggio di oltre un mese, ma non il superfluo, perché Turcatti ha pianificato – perfettamente – tutto il viaggio. Sarà in contatto con l’Italia attraverso un Gps e un telefono satellitare, per il resto, sarà lui e la sua moto. Al ritorno, previsto per la fine di agosto, Turcatti avrà con sé anche un bottino di foto e filmati del viaggio che verranno proiettati durante una serata in suo onore. RS

Amaro rientro dai Mondiali Under 23 di Amsterdam per l'ammiraglia azzura che ha visto in acqua l'atleta della Sebino Matteo Macario, insieme al capovoga Tommaso Rossi e ai compagni Simone Ferrarese, Marco Alberti, Alessandro Addabbo, Luca Parlato, Edoardo Gattai, Cesare Gabbia e Luca Benco. L'equipaggio si è lasciato sopraffare dall'ostile campo di regata (vento e acque agitate hanno caratterizzato tutto lo svolgimento della manifestazione) e soprattutto da avversari evidentemente più potenti, riportando l'8° posto nella graduatoria finale della specialità 8+. Giovedì 21, al primo appuntamento in batteria l'equipaggio italiano si è collocato in 4^ posizione con un distacco importante sia da Stati Uniti e Gran Bretagna (fra i quali si è ingaggiato un emozionante duello risoltosi a favore dellla barca a stelle e strisce) sia dalla Germania. Sfumato così il sogno della qualificazione immediata, nella giornata di venerdì gli azzurri si sono sfidati ai recuperi con Germania, Gran Bretagna, Olanda e Polonia, ma anche qui la barca azzurra ha mostrato una generale difficoltà a tenere il contatto con gli avversari: già nei primi 500 metri si trova a 2''74 dalla Germania (leader e poi vincitrice del recupero); nonostante l'attacco sferrato poco prima dei 1000 e l'elevato numero di palate al minuto (41) - che contribuiscono a migliorare notevolmente il tempo rispetto alla prova in batteria - la barca azzurra nonn riesce ad acquistare velocità e rimane relegata in coda insieme all'Australia, mancando la finale. Quest'ultima ha confermato la forza degli Stati Uniti, che escono titolari del titolo iridato, seguiti da Repubblica Ceca, Gran Bretagna, Germania, Polonia, Olanda. Mentre agli azzurri non è rimasta altro che la speranza di un riscatto perl'orgoglio e l'onore contro l'Australia, sfida anche quest'ultima a senso unico, con un'Australia subito scattata in avanti e imprendibile che ha spiazzato gli azzurri. L'esito dell'ardua trasferta non ci esime dall'esprimere i doverosi complimenti a Matteo che per il secondo anno consecutivo (dopo il bronzo del 2010) ha rappresentato la nazionale italiana nelle competizioni valevoli per il titolo iridato. La giovane età ed il talento gli daranno la possibilità di confermarsi anche in futuro. Un grazie anche alla Direzione Tecnica della società, che ha portato questo giovane ai ranghi agonistici internazionali. Complimenti anche ai neo-proclamati campioni mondiali del quattro senza pesi leggeri Pinca, De Maria, Amarante, Nicoletti, oltre che agli atleti del quattro senza maschile e femminile e del quattro di coppia femminile che hanno portato in terra italiana tre belle medaglie d'argento, confermando l'intramontato ruolo del canottaggio italiano nel panorama internazionale. FP



Il Team Eagles batte la Nazionale Azzurra, mentre la Repubblica Ceca si impone sui Cineplexx Blue Devils Nonostante il tempo inclemente che non lasciava presagire nulla di buono, il pubblico di Luino ha risposto alla grande e già per la finalina del pomeriggio sulle gradinate del Campo Sportivo del Parco Margorabbia si poteva vedere una discreta presenza di pubblico. La Repubblica Ceca si impone sui Cineplexx Blue Devils senza troppi problemi, chiudendo il primo tempo avanti 24 a 0 e mettendo in mostra un buon gioco aereo dal quale i boemi hanno tratto tre dei quattro td messi a segno nella prima metà di partita. Da parte Blue Devils, arrivati al torneo largamente rimaneggiati tanta buona volontà e poco altro. Nella ripresa i Blue Devils entrano decisamente con un altro spirito e riescono sia a chiudere diversi primi down, sia a segnare due volte prima del fischio finale. Certo, la Repubblica Ceca non si intenerisce certo e mantiene il ritmo, chiudendo 38 a 14 ed assicurandosi il terzo posto finale. Italia e Team Eagles danno vita ad un primo tempo decisamente equilibrato, con le squadre che vanno al riposo sul 7 a 3 per gli americani. La prima segnatura americana arriva dopo un pass intereference difensiva azzurra che mette il Team Eagles in una condizione dalla quale non segnare sarebbe stato impossibile. Gli Azzurri non si perdono certo d'animo e segnano il field goal con Vergazzoli dalle 32 che chiude il primo tempo sul 3-7 per gli americani lasciando la partita ancora decisamente aperta. Nella seconda frazione il Blue Team entra molto più convinto ed aggressivo costringendo gli americani a situazioni mai agevoli e mettendo molta pressione al qb Willingham, spesso costretto ad assumersi la responsabilità dell'azione. Verso la fine del terzo quarto il linebacker fiorentino Andrea Benoni, dei Guelfi Firenze, mette a segno un intercetto riportato fin quasi in meta. Ci penserà poi Polidori a segnare il td del sorpasso che porta l'Italia avanti 10 a 7, trasformato da Vergazzoli. Il Team Eagles non ci sta e in meno di cinque minuti ribalta clamorosamente il risultato con una reazione davvero determinata: prima un passaggio ricevuto in end zone che chiude il terzo quarto sul 13-10, per poi proseguire nell'ultimo quarto con altre tre segnature, sempre in conseguenza di forti pressioni difensive. Finirà 34 a 10 per il Team Eagles che conquista il trofeo come l'anno scorso, e sempre a danni del Blue Team, per il quale Coach Argondizzo ha parole d'elogio: "Sono orgoglioso di questo gruppo che ha giocato alla pari contro avversari importanti. Certo, gli errori si pagano e noi ne abbiamo fatti tre nell'ultimo quarto che ci sono stati fatali". Nell'intervallo della finale spazio per il gemellaggio tra la Federazione Italiana di American Football e la Federazione Italiana Baseball e Softball e la consegna dei riconoscimenti al Sindaco di Luino Andrea Pellicini e all'Assessore allo Sport della Provincia di Varese Giuseppe Martignoni. A fine partita Paul Vincent Miraval, responsabile del settore tecnico della Federazione Europea di Football Americano, a premiare la Repubblica Ceca, Fausto Origlio, presidente del Comitato provinciale di Varese del Coni, che premia la nazionale Italiana e l'Assessore allo sport della Provincia di Varese che premia il Team Eagles USA. Francesco Cerra premia il quarterback Dustin Willingham come MVP della partita e Verena Merli, del Comitato Organizzatore del Four Helmets, per l'ottimo lavoro di coordinamento e l'organizzazione. Al termine, vincitori, vinti e pubblico si sono ritrovati fianco a fianco negli stands allestiti da Buba's e Marco Massarenti, nel più classico degli stili Made in Usa. I risultati delle finali: Finale terzo posto: REP. CECA – Cineplexx Blue Devils 38-14 Finale primo posto: Team Eagles USA – Italia 34-10