Social Sport: un nuovo blog
Social Sport è il titolo di un blog tenuto da Luca Corsolini, collaboratore del CR Coni Lombardia per quanto riguarda la comunicazione. Social Sport è anche una nuova frontiera che ci riguarda tutti: atleti, tecnici, dirigenti. Dobbiamo assumere oneri e pure onori anche fuori dai campi sportivi. Dobbiamo farlo proprio per dare rinnovato vigore e valore allo sport. Ne abbiamo titolo, suggerisce Luca, essendo lo sport il migliore e il più collaudato dei social network. La campagna della Fip "Vorrei la pelle nera"; il Milan che ha già vinto uno scudetto, incassando per la sua Fondazione oltre 370 mila euro dalle scelte del 5 x mille 2009; la staffetta alla Maratona di Milano che avvicina il mondo del running alle abitudini benefiche di tutto il mondo; l’Inter che, appena uscita dalla Champions League, ci resta dentro, con Figo testimonial di un progetto di Unicredit… Non potrebbe esserci momento migliore per lanciare un blog che si intitola Social Sport e che come colonna sonora ha una vecchia canzone dei Matia Bazar: c’è tutto un mondo intorno, che gira ogni giorno, e che fermare non potrai. Questo è lo sport sociale, il migliore e il più collaudato dei social network che non si accontenta di risultati e numeri, che cerca e trova un’affermazione fuori dal campo, che coinvolge tanta gente con gli eventi e non solo. Questo è lo sport che racconteremo e per cui tiferemo su queste righe. Insieme, rigorosamente insieme. Ispirati da un'eccellenza italiana che ha aperto la strada un pò a tutto il mondo, quella Nazionale cantanti che il 25 aprile festeggia a Mantova i suoi primi 30 anni di successi e di tante, forse anche troppe, imitazioni. Si può dare di più senza essere eroi, si può dare di più perchè è dentro di noi: la canzone di Morandi, Tozzi, Ruggieri è il manifesto della Nic, ma è una bella fotografia anche per lo sport e dello sport. Uno sport che in Italia ancora non si è attrezzato per sfruttare il massimo dei riconoscimenti avuti, proprio come materia sociale, grazie al Libro bianco sulla materia della Comunità Europea. Ma qualcosa cambierà dall’anno prossimo, quando in tutta Europa, quell'Europa che non è più nostra a livello calcistico, e che qualcuno vorrebbe non fosse nostra neanche a livello sportivo, lo sport sarà riconosciuto come un valore al pari di istruzione, industria, agricoltura, turismo, insomma pari ad ogni altra attività. "Lo sport è parte del patrimonio di ogni uomo e di ogni donna e la sua assenza non potrà mai essere compensata.": la dichiarazione d’apertura del Libro Bianco è una citazione di De Coubertin. Per qualcuno puzza di antico e di retorica. Ma l’Unione Europea è andata bene avanti e lo si capisce dalle righe seguenti: “Lo sport è un fenomeno sociale ed economico d’importanza crescente che contribuisce in modo significativo agli obiettivi strategici di solidarietà e prosperità perseguiti dall’Unione europea. L’ideale olimpico dello sviluppo dello sport per promuovere la pace e la comprensione fra le nazioni e le culture e l’istruzione dei giovani è nato in Europa ed è stato promosso dal Comitato olimpico internazionale e dai comitati olimpici europei.” Chissà se qualcuno immaginava che un documento politico di tale portata avrebbe potuto essere l'ispirazione di un blog.