Scherma: una tesi dell\'Università Cattolica di Milano affronta la lettura del disagio giovanile attraverso la scherma e lo sport in genere


Il 5 dicembre con una interessantissima tesi a titolo "I disagi giovanili e la scherma nella preadolescenza" Veronica Sartorelli si è laureata presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. La giovane dottoressa, seguita egregiamente dal suo relatore, il prof. Mondoni, e coadiuvata dal correlatore dr. Giovanni Lodetti, ha preso spunto da un lavoro del 1989 del dr. Ravasini e del dr. Lodetti che indagava come la scherma, e lo sport in genere, possa essere un valido aiuto per prevenire e/o curare i disagi giovanili. Il campione oggetto di studio nel 1989 riguardava ragazzini di età compresa tra i 7 e gli 11 anni. La d.ssa Sartorelli ha voluto indagare se i risultati cui era giunto lo studio precedente erano replicabili per la fascia di età compresa tra i 12 e i 13 anni cioè quella fascia di età che rientra in pieno diritto nella classificazione di pre adolescenza. E' stato scelto come sport la scherma, non perchè l'unico sport in grado di essere un candidato positivo alla gestione dei disagi giovanili, ma perchè si sono create le condizioni affichè fosse possibile avviare, presso una scuola media in Brianza, un corso di tre mesi di avviamento alla scherma. Come strumento clinico non invasivo di monitoraggio della risposta del soggetto alla frequentazione del corso si è utilizzato il disegno nel suo assunto di signum grafico. Ai ragazzi è stato chiesto di effettuare 2 disegni, il disegno dell'albero e il disegno della figura umana, in due momenti precisi del corso: il primo set di disegni è stato acquisito all'inizio del corso stesso per monitorare la situazione iniziale del soggetto, il secondo set di disegni è stato acquisito alla fine dei tre mesi di corso per monitorare gli eventuali cambiamenti positivi o negativi. Lo studio condotto dalla d.ssa Sartorelli ha confermato quanto già evidenziato dallo studi del dr. Ravasini e del dr. Lodetti e cioè che la scherma, e lo sport in genere, può essere un ottimo strumento di prevenzione o di cura dei disagi giovanili perchè aiuta il ragazzino nella sua crescita consapevole rafforzando la sua autostima e migliorando la qualità delle sue relazioni. Il prof. Mondoni ha sottolineato come sia lo sport in sé che aiuta questi ragazzi a vivere consapevolemente la loro transizione all'età adulta e quanto sia importante poter contare su dati clinici, e quindi dati replicabili, che confermino la correttezza di questa strategia. Va inoltre evidenziata l'importanza di poter monitorare il percorso di questi giovani attraverso strumenti clinici assolutamente non invasivi e, in genere, piacevolmente accettati dai ragazzi quali il disegno. L'analisi del disegno dal punto di vista grafologico, oltre ad interpretare la simbologia presente nel disegno, analizza la qualità del signum grafico acquisendo una "fotografia" della personalità del ragazzo nell'istante in cui disegna. Un grazie alla d.ssa Sartorelli per aver voluto riproporre e attualizzare uno studio cosi importante unitamente ai più sinceri complimenti della redazione. [gallery columns="2"]