“Le regole per vincere divertendosi” - 5° appuntamento di “Psico&Sport” a cura della SRdS del C.R. Lombardia
Si è svolto lo scorso 2 marzo, presso la sede del CONI Lombardia, focalizzandosi su quanto è importante praticare divertendosi? Cosa significa essere e sentirsi vittorioso? E quanti tipi di vittorie esistono nello sport?
I relatori della serata, Armando Pintus e Giuseppe Righini, hanno inizialmente dato alcune linee teoriche di riferimento circa l'importanza degli obiettivi, indispensabili per ogni atleta, sia esso dilettante o professionista, adulto o bambino, e della loro importanza per generare motivazione allo svolgimento della pratica sportiva. I relatori hanno voluto sottolineare come tali obiettivi non debbano essere esclusivamente legati al risultato della classifica finale: vincere non significa solo arrivare primo, perché nello sport vince uno solo e tutti gli altri perdono. Ma allora tutti gli altri non sono vittoriosi o non possono sentirsi tali?
Nel corso della serata i relatori, grazie anche al valido aiuto degli ospiti e delle loro esperienze di vita sportiva, hanno fatto emergere come non solo chi vince può dirsi vittorioso, ma vincitore è anche chi supera se stesso in proprio limite, chi apprende qualcosa di nuovo, chi prova piacere nel semplice svolgimento dell'attività sportiva e continua a svolgerla per tutta una vita o ancora chi si mette in gioco e anche in età avanzata impara a praticare uno sport.
Ciò che emerge chiaramente è che il più delle volte nello sport la vittoria è con se stessi e comprende l'accettazione di ciò che permette di sentirsi vincente e soddisfatto del risultato ottenuto, anche se non si arriva alla medaglia d'oro.
Di fondamentale importanza in questo processo è il ruolo delle figure adulte, responsabili della crescita sportiva dei giovani, ai quali spetta il compito di trasmettere, con azioni e parole, questo concetto di vittoria, nonostante vada contro tutto ciò che vediamo oggi nel mondo dello sport, che premia specialmente chi vince, dimenticandosi spesso di chi arriva secondo.
È quindi necessario che ai bambini venga insegnato che lo sport è divertimento, è mettersi alla prova, è essere creativi e ingegnosi, provare sempre movimenti nuovi, scoprendo come il proprio corpo riesce a muoversi e provare piacere nel farlo. Solo in questo modo potremo avere oggi bambini che sperimentano il gusto della vittoria in primis su se stessi e un domani adulti che avranno appreso questo valore dalla pratica sportiva e sapranno metterlo in pratica anche nella loro vita lavorativa.
Le testimonianze degli ospiti sono state preziose e indispensabili: ciascuno di loro ha portato al pubblico la sua esperienza di tutti i giorni e spesso di una vita intera, spesa a cercare di trasmettere il messaggio che lo sport è piacevolezza, sfida, espressione di se stessi e delle proprie capacità.