Giornata mondiale del rifugiato: la storia di Iman Mahdavi
Il 20 giugno si celebra la Giornata Mondiale del Rifugiato, un appuntamento annuale voluto dalle Nazioni Unite per riconoscere la forza, il coraggio e la perseveranza di milioni di persone costrette a fuggire nel mondo a causa di guerre, violenza, persecuzioni e violazioni dei diritti umani.
Per appoggiare la campagna di solidarietà lanciata dall’UNHCR “#WithRefugees, per un mondo dove tutti i rifugiati sono benvenuti”, raccontiamo la storia di Imam Mahdavi (Foto Fijlkam), una delle tante, ma che nel 2022 fu scelta scelta dall’UNHCR. Una storia che racconta di come anche la Lombardia, il suo territorio, le organizzazioni territoriali delle Federazioni e il CONI CR Lombardia possono, con orgoglio, ricoprire un ruolo di primo piano in questa campagna di civiltà.
Imam è un 29enne lottatore iraniano costretto, nel 2020, a fuggire dal proprio paese perché perseguitato per motivi politici dal regime degli Ayatollah. Figlio di un lottatore, inizia all’età di 15 anni a praticare lo steso sport mettendosi in mostra e collezionando medaglie ai campionati iraniani. Non essendo, però, un praticante religioso con i risultati arrivano per lui anche i problemi che lo costringono a lasciare l’Iran nel 2020. Giunto in Turchia via terra, ha raggiunto in aereo Milano, dove si trova solo e senza parlare una parola di italiano.
In questo momento di difficoltà, però, grazie alla sua passione per la lotta e ai social network, riesce a entrare in contatto con un giovane appartenente al Lotta Club Seggiano di Pioltello, in provincia di Milano. Si iscrive, così, alla palestra dove trova un gruppo, guidato dall’allenatore Victor Cazacu, che lo aiuta a trovare un lavoro, a mettersi in regola con i documenti e ad allenarsi inseguendo un sogno olimpico.
Sogno che, grazie anche alla Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali (FIJLKAM) che lo appoggia, si avvera quando il Comitato Olimpico Internazionale per gli atleti rifugiati lo nota per i risultati ottenuti nel 2023 come atleta indipendente agli Europei e ai Mondiali di Lotta. Ammesso nella Squadra Olimpica Rifugiati, Imam ha in questo modo il sostegno economico per allenarsi fino all’estate del 2024 quando, a luglio, prenderà parte ai Giochi Olimpici Estivi di Parigi 2024 nella lotta libera e sotto la bandiera della Squadra Olimpica Rifugiati.
"Sapere che andrò alle Olimpiadi e che i miei desideri si stanno avverando mi riempie di gioia e felicità", ha raccontato in un’intervista televisiva Iman. "Quando ho lasciato il mio paese avevo la testa piena di sogni e ho combattuto perché divenissero realtà. Voglio ringraziare il Comitato olimpico per gli atleti rifugiati che ha creduto in me e devo pensare a lavorare per dare il massimo. Voglio tornare da Parigi con la medaglia d’oro al collo". Un sogno che, lo speriamo, possa essere un passo verso un altro desiderio. "Mi piacerebbe festeggiare con loro i miei traguardi, abbracciarli di nuovo. Spero che un giorno le guerre, i regimi e le ingiustizie finiscano e che i popoli di tutto il mondo possano vivere in pace".
Marco Riva, presidente del CONI CR Lombardia: "Storie come quella di Iman Mahdavi ci raccontano di come lo sport può rappresentare un punto di riferimento anche quando gli eventi ci pongono di fronte a situazioni che possono stravolgere la vita, le certezze e gli affetti che ci appartengono. In un’occasione come la Giornata Mondiale del Rifugiato mi piace pensare a come, almeno in parte, il sogno olimpico abbia potuto ridare una luce di speranza a Iman e a tutte le atlete e gli atleti che vivono la sua stessa situazione. Una luce che si è accesa grazie alla Squadra Olimpica Rifugiati fortemente voluta dal CIO nel 2015 per tutti coloro che si trovano a doversi ricostruire una vita lontano dalle proprie origini. Mai, però, l’inseguimento del sogno olimpico di Iman avrebbe potuto realizzarsi se sulla propria strada non avesse incontrato il Lotta Club Seggiano guidato da Giuseppe Gammarota che gli ha permesso di trovare una casa nuova da cui ripartire per Parigi 2024".