Gilardoni: «Vado a remare sul Tamigi con un team di Berlino»

A 37 anni, dopo 11 titoli mondiali, il campione della Canottieri Milano è in partenza per Manchester per partecipare alla Head of the river

A 37 ANNI magari un campione può anche rinunciare alle aspirazioni olimpiche: Daniele Gilardoni dopo 11 titoli mondiali lo scorso anno ancora credeva nella possibilità di essere in gara a Londra, un desiderio spentosi strada facendo. «Ma chi mi vieta di ripropormi ancora in gara?», ribatte a chi gli chiede conferma del prossimo programma ai remi. Cresciuto alla Canottieri Bellagio e poi alla Canottieri Lario, da alcuni anni è in forza alla Canottieri Milano, con la quale opera ancora direttamente come atleta ma anche come uomo immagine, senza dimenticare la sua recente rielezione nella giunta del Coni regionale Lombardia.

Aveva cominciato a remare a 10 anni e non ha mai smesso. Ancora oggi è in primalinea sia come atleta sia come possibile tecnico ed è in partenza per Manchester. «L’Inghilterra, patria del moderno canottaggio, mi ha sempre affascinato e le sue gare primaverili sul Tamigi sono una grande attrazione per gli appassionati, sia spettatori che protagonisti. E sarò in gara anche quest’anno alla “Head of the river”, il 23 marzo, sullo stesso percorso (6,8 km) della famosa sfida tra le Università di Oxford e Cambridge - quest’anno in calendario il successivo 31 marzo - con un equipaggio di Berlino».

Come mai con i berlinesi e così in anticipo? «È un club di vecchi amici, con i quali ho già gareggiato. Ma parto adesso anche per una nuova esperienza, collaborando quale aiuto allenatore della Agecroft di Manchester, un club attivo dal 1823, e parteciperò alla locale università a un corso di perfezionamento nella lingua inglese. Sarà una esperienza molto importante sia dal punto di vista personale che professionale: qui ho delle ottime amicizie in un mondo in cui il canottaggio fa parte del tradizionale costume sportivo».

Cosa si aspetta il canottaggio italiano dal nuovo presidente Abbagnale? «Credo si debba sempre guardare avanti, tenere quanto di buono si è fatto in passato e cercare di non ripetere gli stessi errori. Il canottaggio bisogna averlo nel cuore e sono convinto che Giuseppe possa essere la persona giusta per portarci a grandi risultati».