Alpinismo in lutto: è morto Mario Merelli
L'alpinista di Vertova muore sul Pizzo Scais dopo una caduta di trecento metri 19 gennaio 2012 - Abituato a conquistare le cime di tutto il mondo, è stato tradito dalle amate montagne della sua Val Seriana. Mario Merelli, nato a Vertova 49 anni fa, leggenda dell'alpinismo bergamasco, è morto ieri mattina dopo una caduta di trecento metri da una parete del Pizzo Scais, vicino al Pizzo Redorta, nei pressi del rifugio Brunone sopra Valbondione. Con lui c'era l'amico di sempre Paolo Valoti, ex presidente del Cai orobico, che lo precedeva in cordata. A provocare la tragedia, verificatasi sul versante valtellinese della montagna, sarebbe stato il cedimento di un masso, che gli avrebbe fatto perdere l'equilibrio facendolo precipitare nel vuoto. Valoti è subito sceso a verificare le condizioni del compagno, ma non ha potuto fare altro che accertarne la morte. Poi è risalito e ha chiamato i soccorsi. Poco dopo è arrivato sul posto l'elicottero del 118, che ha trasportato la salma dello scalatore nella base del soccorso alpino a Valbondione. «Era una bandiera dell'alpinismo bergamasco e pare davvero una tragica beffa del destino che Merelli, dopo aver dominato 10 dei 14 giganti oltre gli ottomila, abbia trovato la morte su una montagna amica» ha commentato Valerio Bettoni, presidente del CONI Provinciale di Bergamo. «L'avevo premiato il 14 dicembre scorso, alla festa Coni dello sport bergamasco, in Fiera. Era il Mario di sempre, gioviale, concreto, un carattere essenziale, che riassumeva ed interpretava al meglio le doti migliori della nostra gente. Era felice quella sera in mezzo all'eccellenza dello sport orobico. Lui era un portabandiera straordinario e di bandiere della Provincia di Bergamo, che gli Aìavevo affidato, ne ha portate parecchie sulle cime più alte del mondo. Anche di questo gli sono grato. Lui era uno di quelli che di fronte alle difficoltà, anche le più aspre, resisteva. non mollava. Desisteva solo quando la ragione prevaleva su un'incontenibile passione e sentiva che non era il caso di rischiare la vita. Sapeva rinunciare per tempo. Un'eccezionale tempra di un'ancor più eccezionale umiltà. Per questo gli volevano bene tutti. E' una grandissima perdita per l'alpinismo bergamasco.» La disgrazia si è verificata di primo mattino, intorno alle 8. I due amici, grandi conoscitori delle Prealpi orobiche, nonostante il freddo di questi giorni erano partiti martedì sera da Valbondione per un'escursione in quota. Dopo una breve sosta al rifugio Coca, avevano proseguito l'arrampicata notturna verso il Pizzo Scais. Raggiunta la vetta della montagna, oltre i 3mila metri, Merelli e Valoti avevano deciso di proseguire per le creste valtellinesi che sovrastano il rifugio Brunone. Ed è proprio durante la discesa dal Pizzo Scais che Merelli ha incontrato il proprio tragico destino. La notizia si è sparsa velocemente, provocando grande emozione non solo a Bergamo ma in tutto l'ambiente alpinistico italiano, di cui Merelli era un esponente di punta. Merelli alla Festa dello Sport Bergamasco del 14 dicembre 2011 Mario Merelli durante una scalata